Teatro regio, teatro comunale
Società, istituzioni e politica a Modena e a Parma
L'Emilia Romagna è considerata una regione speciale. La sua singolarità non sta tanto nella diffusione di piccole imprese o nella presenza di un forte movimento cooperativo. Tutto ciò fa parte certamente delle sue caratteristiche, ma è presente anche in altre regioni del Nord, come in Veneto. Il fatto è che qui, come normalmente si dice e si pensa, hanno comandato i comunisti e non i democristiani. Ma - si aggiunge - non hanno governato in modo autoritario. La sinistra emiliana è pragmatica e riformista. Non è dirigista, ma dirige. Questa immagine rassicurante eppure robusta ha esercitato un forte potere di seduzione all'interno e all'esterno della regione. E si sono così perse di vista le differenze. In realtà, esistono parti dell'Emilia-Romagna in cui la sinistra non è affatto egemone, né culturalmente né nell'esercizio del potere, al quale pure partecipa gestendo con continuità le amministrazioni locali. Vi sono parti dell'Emilia-Romagna in cui la sinistra vive da sempre in una condizione che si potrebbe definire di strutturale compromesso e non ha potuto (o saputo) esercitare un ruolo di direzione centrale e generale. L'Emilia-Romagna è, insomma, molto più articolata di quanto generalmente non si pensi. Né sarebbe facile, dopo aver mostrato quanto diversi sono i casi di Modena e Parma, dire quale di essi si avvicini di più al presunto, stereotipato «modello emiliano». In questo saggio confluiscono i risultati di diverse ricerche sui temi dell'economia e delle istituzioni. È un tentativo di lettura economica, storica e politica che si inserisce nell'ambito degli studi sullo sviluppo territoriale italiano, con specifica attenzione ai fattori istituzionali, portato avanti nell'Istituto di Scienze economiche dell'Università di Parma.