L'eroe tragico moderno
Faust, Amleto, Otello
Con una introduzione di Nadia Fusini
Un nuovo scenario intellettuale presiede, nell’Inghilterra del Cinquecento, alla nascita del mondo moderno. Al centro di esso è ancora, come nella Grecia classica, la figura dell’eroe tragico; ma non si tratta di una ripetizione. Nel nuovo universo che si affaccia alla modernità, il precorso tragico non è determinato, come nella tragedia antica, da un fato esterno, ma dall’incapacità dell’uomo, ormai solo e senza dèi, di decifrare la realtà che lo circonda. L’eroe shakespeariano cade perché non riesce a leggere il mondo e perciò a conoscerlo. È un’intuizione che risalta con terribile chiarezza nell’Otello, e che è preparata da altri due capolavori: il Faust di Christopher Marlowe, e l’Amleto, prodigioso compendio di tutti i temi di Shakespeare, che è in primo luogo una grande domanda sulla possibilità o l’impossibilità stessa della conoscenza. Tutto il mondo è un enigma, una Sibilla, e la parola è mistero, inganno, simulazione, apparenza. Questo piccolo libro magistrale, pubblicato la prima volta nel 1996 nelle “Saggine”, e ora riproposto con una nuova introduzione di Nadia Fusini, che di Lombardo è stata l’allieva, rappresenta il compendio più puro del lavoro critico del maestro insuperato degli studi italiani sulla letteratura inglese. A pochi mesi dalla scomparsa del suo autore, esso si presenta come la sintesi concentrata degli interessi e del lavoro di una vita di studi.