Philippe Jaccottet e la Russia. Una delle voci più rappresentative della letteratura contemporanea francese e uno dei luoghi reali e simbolici più forti del nostro immaginario. In mezzo, poche pagine, quelle di questo libro, che sono insieme una dichiarazione di poetica e una manifestazione di vicinanza nei confronti della terra e della cultura russa. Attraverso la memoria delle sue prime letture infantili legate al mondo russo – e in particolare a quella di Michele Strogoff di Jules Verne – Jaccottet racconta per immagini e meditazioni, squarci lirici e citazioni, un legame mai troncato, essenziale per la comprensione della sua poesia. «La Russia che affiora – scrive Antonella Anedda nel suo saggio introduttivo – è legata a un immaginario infantile: ci sono orsi, zingari, foreste, ma è anche la rivelazione di una lingua che fa della sonorità la sua luce». Intorno alla parola Russia si dispongono allora pagine straordinarie, dedicate a ˇCechov, a Dostoevskij e a Mandel’ˇstam, di cui Jaccottet traduce qui tre poesie dal russo in francese, mentre Anedda ne offre la contestuale traduzione italiana. Ed è attraverso Mandel’ˇstam che Jaccottet perviene a Dante, in alcune memorabili pagine percorse da una rilettura dell’Inferno come gelo che assedia la storia. La parola s’interroga sulle sue ragioni e dona alla prosa di Jaccottet la luminosa profondità della sua poesia, la stessa capacità di coniugare rigore e bellezza, riflessione critica e struggimento di fronte al visibile. Nessun vezzo letterario e nessun compiacimento, dunque, ma il desiderio di percepire, attraversando letture che sono di tutti noi, quella voce che risponde a un’altra voce, quella «transazione segreta» che, secondo Virginia Woolf, è alla base della scrittura.
Philippe Jaccottet
Philippe Jaccottet, poeta, saggista e traduttore, è tra i massimi rappresentanti della poesia francese contemporanea. Nato a Moudon, in Svizzera, nel 1925, dopo gli studi universitari e un soggiorno a Parigi si è stabilito a Grignan, nella Drôme, nel sud della Francia. Ha tradotto dal tedesco (Hölderlin, Rilke) e dall’italiano (Leopardi, Montale, Ungaretti, Sereni, Luzi, Caproni). In Italia sono state pubblicate le sue raccolte poetiche Elementi di un sogno (Hestia, 1994), Alla luce d’inverno. Pensieri sotto le nuvole (Marcos y Marcos, 1999), L’oscurità (Fazi, 1998), Aria (con testo francese a fronte, Marcos y Marcos, 2000) e il saggio Austria (Bollati Boringhieri, 2003).
Antonella Anedda ha esordito nel 1992 con le poesie di Residenze invernali (Crocetti), seguite dalla raccolta di saggi e racconti Cosa sono gli anni (Fazi, 1997), dal volume di traduzioni poetiche Nomi distanti (Empiria, 1998), e nel 2000 da Luce delle cose. Immagini e parole nella notte (Feltrinelli). Ha curato la raccolta di poesie e prose di Philippe Jaccottet, Appunti per una semina (Fondazione Piazzolla, 1994). Per la Donzelli ha pubblicato Notti di pace occidentale (1999), con cui ha vinto il Premio Montale 2000, e Il catalogo della gioia (2003).

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