
Collana: Narrativa (prima serie)
2004, pp. XXIV-144, rilegato
ISBN: 9788879898560
€ 18,00 € 17,10
Vale ancora la pena di leggere e tradurre Kafka? C’è ancora una dimensione nascosta da scoprire in uno scrittore che è diventato un classico del Novecento? A tali provocazioni rispondono queste Cinque storie di animali: gli unici racconti nell’opera kafkiana nei quali gli animali hanno sentimenti e pensieri, si esprimono o si comportano come esseri umani proprio in quanto animali. Si tratta di storie anche immediatamente connesse, in un modo o in un altro, all’ebraismo. Esse sollevano dunque numerose domande. Perché l’ebraismo si collega, nell’immaginazione kafkiana, con molteplici forme della vita animale? Quale relazione pone Kafka tra le situazioni ebraiche e quella condizione umana cui egli guarda come scrittore che aspira a rivolgersi a tutti? Come bisogna leggere questi inquietanti racconti? Quali sono i sensi cui essi rinviano? Questo rifiuto dell’univoco si può riconoscere anche nella scrittura. Kafka ha uno stile pia-no e insieme tortuoso, con parole semplici, asciutte, ripetute; pieno di incidentali, ritorni, sospensioni. Chiama il lettore al lavoro dell’esegeta. Lo chiama a chiedersi il perché di certe formulazioni reiterate, di certe frasi lunghissime e avvolgenti, labirintiche come i corridoi e le soffitte dei suoi romanzi.
Camilla Miglio è ricercatrice di Lingua e letteratura tedesca presso l’Università di Pisa.
Irene Kajon insegna Antropologia filosofica presso la Facoltà di Filosofia dell’Università «La Sapienza» di Roma. Per i tipi della Donzelli ha pubblicato Il pensiero ebraico del Novecento. Una introduzione (2002).
Manuale di poesia per chi va a piedi
Professione: filosofa
La volta che Goethe incontrò Napoleone
Poesia e ansia di assoluto
Istruzioni per l'uso
Percorsi nella scrittura di Carlo Levi
Giulio De Benedetti. Il potere e il fascino del giornalismo
Dai Lumière a Cronenberg, da Chaplin a Ciprì e Maresco
Le sfide della modernità tra Dio e nulla