Lucia Annunziata

No

La seconda guerra irachena e i dubbi dell'Occidente

In appendice la traduzione integrale, di Cristina Palmarini, del "Documento Bush" sulle nuove strategie della sicurezza nazionale

Collana: Interventi
2002, pp. XI-154
ISBN: 9788879897464

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Scheda libro

La seconda guerra irachena è già iniziata. Ma il fiume in piena che ci trascina verso il conflitto è molto più travolgente, e molto più rilevante ai fini di una definizione delle identità politiche, di quanto non fosse il traumatico passaggio che dieci anni fa ci portò alla prima. Non a caso, i SÌ e i NO spaccano trasversalmente i fronti politici tradizionali, dividono gli ambienti diplomatici e militari (persino quelli dei tradizionali «falchi»), attraversano le aree religiose, e si polarizzano all'interno stesso delle opzioni politiche, delle destre e delle sinistre dei vari paesi. Perché questa scelta è così tormentata? E perché così accidentato il percorso? La risposta è in fondo semplice. Perché l'Iraq è diventato in qualche modo la pietra filosofale della governance globale, il luogo dove magicamente potrebbero tornare insieme i cocci rotti dell'armonia planetaria: il controllo del petrolio, lo sradicamento del terrorismo, la riscrittura del conflitto israeliano-palestinese, e, infine, l'inglobamento nel circuito delle economie delle Tlc del mondo arabo, che finora se ne è tenuto fuori. Un conflitto, come si vede, troppo carico di significati per non creare l'illusione della perfezione e per non sfociare nella vertigine dell'ideologia: condizioni entrambe destinate a portare a un'inevitabile sconfitta. Un reciso NO a questa guerra è dunque misura prudente e saggia contro disastri a venire. Un NO che va argomentato subito, non con condanne umorali o con invenzioni – uguali e contrarie – di altre illusorie «perfezioni»; ma con il linguaggio dei numeri, dei dati, delle statistiche, della storia freddamente analizzata e descritta. Anche perché se un NO a questa nuova avventura è prudente, un avvertimento è necessario: l'Iraq è una potenza pericolosa, il risentimento dei paesi petroliferi è ormai un serpente annidato nelle relazioni internazionali. E se dunque oggi è opportuno schierarsi contro questa battaglia, è solo perché forse ci toccherà di doverne combattere altre ancora più impegnative.

Autore

Lucia Annunziata
Lucia Annunziata dirige l'agenzia di stampa Ap.Biscom.