La «scienza dell'incertezza». Così Franco Ferrarotti ha definito la sociologia, disciplina con cui si è misurato nel corso di un'intera vita di ricerca, lungo l'arco di oltre cinquant'anni da quando, giovanissimo, nell'imperante clima idealistico che declassava la pratica sociologica al rango di «pseudoscienza», ebbe l’ardire di polemizzare direttamente con Benedetto Croce. Scienza, dunque, cioè disciplina in grado di produrre effettivi esiti conoscitivi. Ma scienza in crisi, e anzi scienza «che si nutre di crisi». Le sue stesse origini sono legate al travagliato passaggio dal mondo feudale alla società industriale moderna, col suo crollo di ordini, di ranghi e di gerarchie sociali. E la sua prima grande stagione è connessa con la spaccatura tra profitto e salario caratteristica dell'industrialismo classista. Il suo stesso nome è un ibrido composto da una parola latina e una greca, accettato da tutti perché non si è trovato di meglio. La verità è che la sociologia è costituzionalmente affetta da un corto circuito che le imprime un marchio di ambiguità: essa è scienza, ma è anche coscienza; impresa conoscitiva, ma anche tecnica operativa; contemplazione distaccata, ma anche impegno sociale e politico. Con uno stile agile e piano, l'autore ripercorre le tappe fondamentali del pensiero sociologico, da Ferguson e Saint-Simon a Comte e Marx, da Spencer e Durkheim a Simmel e Weber, da Sombart, Pareto e Veblen, fino agli esiti più recenti, mostrando lo straordinario apporto di conoscenze e sensibilità che l'approccio sociologico ha saputo dare alla comprensione del mondo contemporaneo.
Franco Ferrarotti
Franco Ferrarotti è professore emerito di Sociologia all’Università «La Sapienza» di Roma. Tra le sue pubblicazioni ricordiamo Max Weber e il destino della ragione (1964); Trattato di sociologia (1968); La perfezione del nulla (1997) e, per i tipi della Donzelli, L’Italia tra storia e memoria (1998); Leggere, leggersi (1998); Partire, tornare (1999); La verità? È altrove (1999); L’enigma di Alessandro (2000); La società e l’utopia (2001).Nel 2001 è stato insignito del Premio per la Sociologia dall’Accademia dei Lincei.

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