Carlo Levi

Prima e dopo le parole

Scritti e discorsi sulla letteratura

A cura di Gigliola De Donato e Rosalba Galvagno

Collana: Saggi. Arti e lettere
2001, pp. XIII-335
ISBN: 9788879896580

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Scheda libro

In questa raccolta di scritti di teoria e critica letteraria compaiono alcune significative testimonianze del rapporto di Levi con la creazione artistica in generale, nelle sue prime o più compiute manifestazioni. Si susseguono dunque, nella prima parte, scritti di teoria, compresi in un arco temporale che va dagli inizi degli anni cinquanta ai primi anni sessanta, riflessioni sul linguaggio, sull'arte moderna, sulla poesia, sull'"arte del tradurre". Nella seconda parte compaiono invece testi di differente natura: veri e propri saggi critici o recensioni, ricordi, presentazioni, discorsi, attraverso i quali si delinea il confronto di Levi con i suoi scrittori, quelli che lo hanno segnato. In questo sguardo a largo raggio Levi restituisce contemporaneità alle grandi opere del passato, stabilendo con esse un rapporto di scambio e un dialogo che le pone come possibili risposte alle domande del presente e alle esigenze esistenziali dell'io. Dietro a ognuno di questi saggi critici è implicito, insomma, il modo leviano di fare arte e d'intenderla. Levi si muove nella letteratura del Sette e Ottocento europeo fino ai suoi termini di crisi, ne riconosce i momenti essenziali via via fino al Novecento (Sterne, Stendhal, Tolstoj, Cechov, per fare alcuni esempi), si confronta con le voci poetiche che sentiva più prossime, Saba e Scotellaro. E scrive pagine penetranti, per quel suo pensare grande, guardando come dall'alto intere parabole di storia, e insieme da vicino, per il bisogno di scoprire la sua consanguineità con quel mondo, la sua simpateticità con certe opere, guadagnandole al presente, cointeressandole a una vicenda ancora in atto.

Autore

Carlo Levi
Scrittore, pittore e politico, Carlo Levi è stato uno degli intellettuali di spicco del Novecento italiano. Antifascista, tra il 1935 e il 1936 fu condannato dal regime al confino in Lucania, e da quell’esperienza nacque Cristo si è fermato a Eboli, oltre a un indissolubile legame con il paese di Aliano, dove volle essere sepolto alla sua morte, nel 1975. La sua eclettica attività creativa e politica, dal dopoguerra in poi, fu intensamente intrecciata a quella di instancabile viaggiatore e, tra la fine degli anni cinquanta e i primi anni settanta, intraprese una serie di viaggi che lo portarono in Russia, India, Cina, Stati Uniti e Cile.