
Collana: Narrativa (prima serie)
2000, pp. 128
ISBN: 9788879895590
€ 12,91
Hugo Bettauer (1872-1925) è stato lo scrittore più letto nella Vienna dei primi anni venti. Il suo capolavoro narrativo - La città senza ebrei - conobbe un successo strepitoso: nel giro di un paio di anni se ne vendettero oltre 250.000 copie. La vicenda narrata dal romanzo voleva essere paradossale, e risultò invece premonitrice: in un clima di esasperata intolleranza xenofoba, il Parlamento promulga un editto per bandire gli ebrei dall'Austria. Espulsi gli ebrei, tutto entra immediatamente in crisi. Le banche, le industrie, le boutique, i teatri e i caffè chiudono, mentre le vivaci ragazze viennesi rimpiangono i loro audaci e fantasiosi corteggiatori ebrei. Intanto la moda propone ridicole acconciature alpine e la letteratura approda allo strapaese montanaro. Toccato il fondo della grettezza e dello squallore, gli autoctoni si ricredono, e gli ebrei vengono richiamati a furor di popolo. Il romanzo termina con l'apoteosi del ritorno, in una festosa cornice di riconciliazione. La realtà sarebbe stata ben diversa: Bettauer, autore ebreo di successo, impegnato nelle battaglie civili per la libertà sessuale, sarebbe stato ucciso ai primi di marzo del 1925 da un giovane nazista, rimasto praticamente impunito. La tragica realtà era destinata a superare i toni grotteschi della satira. Né la tentazione xenofoba sembra ancora sopita: anche la Vienna di oggi rischia di restituire il clima intellettuale e politico di un lindo, pulito museo di provincia, dove trionfa il loden e dove sempre più si diffonde la paura dello «straniero».
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