Ernst Cassirer

Holderlin e l'idealismo tedesco

A cura di Andrea Mecacci

Collana: Saggine, 39
2000, pp. 92
ISBN: 9788879895286

€ 9,30  € 8,84
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Scheda libro

Il saggio di Ernst Cassirer Hölderlin e l'idealismo tedesco, apparso nella rivista «Logos» tra il 1917 e il 1920 - e di cui questa è la prima traduzione italiana -, rappresenta uno dei capitoli fondamentali della fortuna critica di Hölderlin. Per la prima volta infatti Cassirer pone il problema di sondare analiticamente la reale valenza filosofica della sua opera attraverso il complesso intreccio di amicizie e conoscenze che il poeta aveva intessuto negli anni: Schiller, Fichte, Hegel, Schelling. Su questo sfondo si innesta una riflessione sul complesso rapporto di Hölderlin con il mondo greco, in particolar modo con il pensiero di Eraclito e Platone e con la tragedia di Sofocle. La tesi di Cassirer è orientata a sottolineare la valenza antidialettica del pensiero di Hölderlin, una confutazione ante litteram del modello speculativo hegeliano e, al contrario, a individuare come tratto caratteristico del poeta l'unione inscindibile tra pensiero e dimensione poetica, che per Cassirer si esplicita attraverso una fantasia mitica, in contraddizione e inconciliabile con la realtà del mondo: «al posto della dialettica del concetto subentra, in modo sempre più chiaro e definito, la dialettica del sentimento». Da qui la parabola tragica di Hölderlin e il suo definire la poesia «forma vivente», una sorta di cesura che alimenta il mito oltre le impalcature dei grandi sistemi speculativi. Nella sua stringata chiarezza, il testo di Cassirer non è semplicemente un contributo significativo per la critica hölderliniana, ma anche un luogo centrale nel percorso filosofico dello stesso Cassirer. In questo saggio si profila infatti quella riflessione sulla dimensione mitica, considerata dal filosofo come una delle forme della comprensione della realtà, che occuperà l'intero secondo volume della Filosofia delle forme simboliche.

Autore

Ernst Cassirer
Ernst Cassirer (1874-1945) è stato uno dei massimi filosofi del Novecento. Allievo di Hermann Cohen a Marburgo, insegnò nell’Università di Berlino e dal 1919 nella nuova Università di Amburgo, di cui fu rettore dal 1930. Figura di riferimento della Biblioteca e dell’Istituto fondati da Aby Warburg, all’avvento del nazismo emigrò prima in Inghilterra, poi in Svezia, infine negli Stati Uniti. Fra le sue opere principali: Sostanza e funzione (1910); Vita e dottrina di Kant (1918); Filosofia delle forme simboliche (3 voll., 1923-1929); La filosofia dell’Illuminismo (1932); Saggio sull’uomo (1944); Il Mito dello Stato (postumo 1946). Di Cassirer Donzelli ha pubblicato anche Hölderlin e l’idealismo tedesco (2000).