

L'introduzione della moneta in Grecia non è solo il risultato di un graduale perfezionamento di precedenti strumenti di valutazione. Essa vuol dire anche novità di sviluppi costituzionali e segna l'affermarsi definitivo di una nozione quantitativamente misurata e astratta del valore. I mutamenti, di cui essa testimonia, sono tutt'uno con le trasformazioni che si producono in epoca arcaica nelle istituzioni politiche e nel diritto, in relazione con la nascita del pensiero razionale. Buoi, tripodi, lebeti, bipenni e spiedi usati prima della moneta come misura sono stati inizialmente scelti non per sopperire alle esigenze dello scambio, ma per il ruolo che essi avevano nella divisione del bottino, nella presentazione dei doni nuziali e dei mezzi di riscatto, nella celebrazione di giochi e di sacrifici. Le forme arcaiche dello scambio non corrispondono al regime del baratto mercanteggiato e si fondano sulle regole proprie dei sistemi del dono.

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