

La storia non serve a spiegare meccanicamente il presente, e meno ancora a leggere il futuro. Ma alla nostra coscienza di contemporanei, turbata da conflitti e violenze che sembrano invadere di nuovo la scena, non sfugge la sensazione che un qualche nesso debba pur esserci tra i processi storici che abbiamo alle spalle e i tragici esiti attuali. Così è certamente di quel composito teatro che siamo soliti chiamare Europa orientale. Gli eventi che da qualche anno insanguinano i Balcani, e le vicissitudini attraversate dalla Russia e dagli altri paesi che fecero parte dell'Urss, costituiscono l'evoluzione di fenomeni che hanno come origine comune il disfacimento di tre grandi imperi - russo, asburgico e ottomano - sotto la pressione del processo di formazione, anche in quelle regioni, dello Stato nazionale moderno. Gli sforzi di modernizzazione e di nazionalizzazione si sono scontrati in quell'area con un grado eccezionale di compenetrazione di comunità linguistiche e religiose diverse, caratterizzate tra l'altro da un differente insediamento sociale. L'«Europa orientale», intesa come il luogo dei grandi imperi sovranazionali ottocenteschi, sembra dunque essersi progressivamente ridotta, rimpicciolita, contratta, nel corso di vicende che hanno attraversato tutto il Novecento. Ridotta, ma non ancora esaurita. Due nazionalità dominanti, abituate a concepirsi come il nucleo portante di aggregazioni statali sovranazionali, hanno resistito fino a poco tempo fa a questo processo di ridefinizione geopolitica: quella serba, e ancor più quella russa. La stessa complessa esperienza del comunismo sovietico, più che contrapporsi a questo insieme di tensioni, ne è stato forse il sintomo più profondo. Questo libro di Andrea Graziosi raccoglie due saggi concepiti e scritti come lezioni per il «Manuale Donzelli di Storia contemporanea»: il primo di essi è dedicato a Imperi e nazionalismi nell'Europa orientale; il secondo al Comunismo sovietico. Si è pensato di pubblicarli insieme, con una nuova introduzione dell'autore, perché entrambi si rifanno a un unico disegno storiografico. Di là dagli indirizzi che il corso della storia prenderà in quelle regioni - e nel più vasto scenario europeo - nel prossimo futuro, essi spingono verso un necessario, imprescindibile punto di consapevolezza. Capire il passato non basta, ma certo serve molto a chi voglia provare a capire il presente.
Andrea Graziosi
Andrea GRAZIOSI insegna all'Università di Napoli. Ha lavorato presso l'Università di Yale, l'Istituto Universitario Europeo di Fiesole e l'école des Hautes études en Sciences Sociales di Parigi. È autore, fra l'altro, di The Great Soviet Peasant War, Cambridge, Mass. 1996, I bolscevichi e l'Ucraina 1918-1919 (in russo), Mosca 1997, e ha curato il volume Lettere da Kharkov, Torino 1991.

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