Giacomo Leopardi

Manuale di filosofia pratica

Secondo volume dell'Edizione tematica dello "Zibaldone di pensieri" stabilita sugli "Indici" leopardiani

A cura di Fabiana Cacciapuoti, prefazione di Antonio Prete

Collana: Biblioteca
1998, pp. CVIII-227, rilegato
ISBN: 9788879894050

€ 18,08  € 17,18
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Scheda libro

"Io vivo, dunque io spero. Noi speriamo sempre e in ciascun momento della nostra vita. Ogni momento è un pensiero, e così ogni momento è in certo modo un atto di desiderio, e altresì un atto di speranza".

(Giacomo Leopardi).

La felicità è il tema di questo secondo percorso, tracciato da Leopardi sul retro della stessa scheda che contiene anche gli Indici del Trattato delle passioni, quasi a segnarne così la specularità e la necessità reciproche. Di fronte alla passione, che vince sempre sulla ragione, e quindi di fronte all'analisi delle pulsioni che muovono il comportamento individuale, si delinea il discorso del Manuale di filosofia pratica, definito dall'autore «un Epitteto a modo mio»: questa definizione dà il significato del discorso leopardiano, volto in prima istanza a tracciare sull'esempio di Epitteto un manuale, cioè un insieme di regole per cercare di essere felici. La ricetta per la felicità risiede, secondo le norme dell'insegnamento stoico epittetiano, nel controllo delle passioni, nel limite al desiderio, nella scelta di una regola fondamentale cui attenersi per vivere moralmente. A questa scelta filosofica, che comunque sente come sua per elevatezza e senso elitario, Leopardi si oppone, non riuscendo ad arginare nell'incalzare del suo discorso la violenza del desiderio che caratterizza di per sé la vita dell'uomo. L'uomo in quanto tale si ama, e amandosi, naturalmente, non può fare a meno di desiderare. Così ogni momento della vita è un atto di desiderio che invano le regole delle antiche filosofie morali tenteranno di ricondurre nei limiti consentiti per raggiungere la quiete, il non turbamento, l'apatia: di fronte alla quiete dopo la tempesta delle passioni, si erge l'inquietudine da’ desiderii che connota ogni forma del sentire umano. La disperazione della felicità, allora, risiede nell'impossibilità di porre un limite al desiderio, infinito e illimitato come l'amore, e come l'amore fonte essenziale di vita e di piacere.

PIANO DELL'OPERA.

I. Trattato delle passioni. II. Manuale di filosofia pratica. III. Della natura degli uomini e delle cose. IV. Teorica delle arti, lettere. Parte speculativa. V. Teorica delle arti, lettere. Parte pratica. VI. Memorie della mia vita.

Autore

Giacomo Leopardi
L’immenso manoscritto dello Zibaldone di pensieri di Giacomo Leopardi – custodito presso la Sezione manoscritti della Biblioteca Nazionale di Napoli – era costituito da un insieme di fogli sciolti, conservati in una cassetta che Leopardi portava con sé in ogni spostamento e che giunse a contenere 4526 pagine numerate dallo stesso autore, poi rilegate in 7 volumi per decisione della Commissione presieduta da Carducci. Accanto al manoscritto si sono conservati altri materiali: un lemmario di 555 schedine, 38 schedine (le polizzine «richiamate»), 3 indici e 7 schede più grandi (le polizzine «non richiamate») che tracciano 8 differenti percorsi tematici. Di questi, il presente volume ne documenta due (Lingue e Volgare latino; gli altri sei sono oggetto del volume precedente: Trattato delle passioni, qualità umane ec., Manuale di filosofia pratica, Della natura degli uomini e delle cose, Teorica delle arti, lettere ec. Parte speculativa, Teorica delle arti, lettere ec. Parte pratica, storica ec., Memorie della mia vita). Oltre ai testi richiamati nei due percorsi tematici, la presente edizione raccoglie i brani oggetto di ulteriori rinvii, restituendo così, non l’intero corpus dello Zibaldone, ma la mappa completa dei materiali che Leopardi aveva selezionato al fine di una riflessione più sistematica: da queste carte – scritte tra il luglio 1817 e il dicembre 1832 – si evince l’intenzione del loro autore di considerarle un universo suscettibile di diversi possibili scandagli e di differenti possibili sequenze: di più, come una sorta di macchina pensata in funzione di una sua componibilità.