

Pasadena, '94. Italia e Brasile sono in finale e Baggio deve calciare il suo rigore. Cosa gli passa per la testa, in quell'attimo? E che cosa passa per la testa a tutti noi, a ciascuno di noi che lo guardiamo? Ora, tutti sappiamo come è andata a finire. Ma per quale fattura, per quale magia Baggio, di fronte al portiere brasiliano Taffarel, ha combinato quello che ha combinato? L'autore di questo libro - un brasiliano che vive in Italia e che racconta il pallone con la stessa abilità con cui Garrincha lo toccava - dilata il senso di quel rigore, di quella partita, di quel mondiale. E, affidandosi alla propria storia e alle mille storie altrui, «convoca», in un match che somiglia maledettamente alla vita, Bearzot e Paolo Rossi, Tabucchi e Camus, Arpino e Soriano, Zico e Maradona. In palio ci sono i sentimenti, le passioni, le memorie. Un ragazzo che desiderava diventare un grande centravanti come Pietro Anastasi, e che si ritrova a inseguire - del pallone - i segni, le metafore, i sogni. Tutti i mondiali, a memoria. Tutte le partite. Tutti i risultati. Tutte le formazioni. Una mole mostruosa di dati condivisi, su cui ci si interroga a vicenda, per vedere chi è più bravo. Ma alla fine, nel fondo del cuore, ognuno ha il «suo» mondiale: guai a chi glielo tocca.

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