Bibliomania, bibliofilia, bibliofagia: queste pagine sono il resoconto impudico di una passione sfrenata che ha duramente condizionato la vita dell'autore. Leggere come leggersi. Vale a dire: leggere nei libri l'immagine di se stessi, cogliere in essi, riflessa, la propria interiore consapevolezza nel suo magmatico farsi. Leggere e rubare i libri come l'affamato ruba e mangia il pane. In tempi di inappetenza spirituale diffusa potrà sembrare un comportamento inattuale, forse bizzarro. A parte la tv, il computer, i vari tipi di lavagne luminose e di videotape, il libro resta fondamentale. Ma le famiglie italiane, di regola, non dispongono di biblioteche. E la scuola? La scuola non sembra in grado di stimolare e far scoprire ai giovani la gioia della lettura, e di riportare lo studio al suo significato originario di studium, ossia amore, passione, avventura. È ormai da secoli preda di piccole anime di demagoghi autoritari e funzionari tremebondi, impauriti lacchè dominati da cupidigia di servilità, portati, nel caso migliore, a ripetere cose già dette, recitando i classici come morta lettera invece di farne rivivere lo spirito nel contesto del loro tempo.
Franco Ferrarotti
Franco Ferrarotti è professore emerito di Sociologia all’Università «La Sapienza» di Roma. Tra le sue pubblicazioni ricordiamo Max Weber e il destino della ragione (1964); Trattato di sociologia (1968); La perfezione del nulla (1997) e, per i tipi della Donzelli, L’Italia tra storia e memoria (1998); Leggere, leggersi (1998); Partire, tornare (1999); La verità? È altrove (1999); L’enigma di Alessandro (2000); La società e l’utopia (2001).Nel 2001 è stato insignito del Premio per la Sociologia dall’Accademia dei Lincei.

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