
Carlo Cattaneo
Geografia e storia della Sardegna
Collana: Biblioteca
1996, pp. 176, rilegato
ISBN: 9788879892940
€ 20,66 € 19,63
«Abbonda il selvaggiume e il pesce, e tutti hanno caro di mettere gran tavola, e ponno dirsi popolo mangiatore, non però bevitore. La danza si ama assai nelle campagne, e si fa al suono del tamburino o della launedda, specie di flauto, o piuttosto di tibia all'uso antico. Amano la caccia, le armi, i cavalli, le corse perigliose, le lutte a calci, ed altri esercizi marziali. Concordi nel seno delle famiglie, si fanno religione della vendetta».
(Carlo Cattaneo).
Pubblicato per la prima volta nel 1841 sulle pagine del «Politecnico», il saggio di Carlo Cattaneo che costituisce la parte fondamentale di questo volume appartiene ad uno dei filoni più fertili e robusti del suo vastissimo campo d'indagine, a quell'ambizioso progetto di ricostruzione «dell'indole e delle sorti di tutti ad uno ad uno i popoli italiani» il cui frutto più famoso sono le Notizie naturali e civili su la Lombardia, apparse nel 1814. E dalla «natura» - la geografia sarda, la struttura geologica e l'idrografia dell'isola - prende inizio l'esplorazione cattaneana, per giungere alla successione storica degli insediamenti umani, alle onde di dominazione e colonizzazione, alla lingua e alla cultura, all'economia. Colpisce, ancora una volta, la straordinaria capacità d'analisi di Carlo Cattaneo, scevra da ogni determinismo, ma attentissima a cogliere le molteplici radici di una «indole» che è tutt'uno con la «sorte». Queste pagine, infatti, ben rappresentano il principale proposito del grande studioso, avviare una grande stagione di studi, «scoprire» l'Italia, le sue vocazioni e potenzialità, in funzione di un progetto allora utopistico: lo sviluppo economico e civile della penisola.
Carlo Cattaneo
Carlo Cattaneo (1801-1869) è stato tra gli esponenti più significativi del pensiero democratico del Risorgimento. Le sue idee di rinnovamento scientifico, sociale e politico furono propugnate dapprima attraverso «Il Politecnico», la rivista da lui fondata nel 1839, e poi in una lunga attività pubblicistica, concentrata soprattutto attorno allo studio del caso lombardo. Sostenitore dell’autonomia locale e della democrazia diretta, si dichiarò contrario alla forma di Unità realizzatasi nel 1861.
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