Hannah Arendt

Ritorno in Germania

Introduzione di Angelo Bolaffi, traduzione di Pierpaolo Ciccarelli

Collana: Saggine, 21
1996, pp. 64
ISBN: 9788879892810

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Scheda libro

«In meno di sei anni la Germania ha distrutto la struttura morale del mondo occidentale con un delitto che nessuno avrebbe mai pensato possibile. L'unica alternativa pensabile al programma di denazificazione sarebbe stata una rivoluzione: l'esplosione di rabbia spontanea del popolo tedesco contro tutti coloro che erano noti come esponenti di primo piano del regime nazista».

Per la prima volta dopo la fuga in Francia e la successiva emigrazione negli Stati Uniti, Hannah Arendt, tra l'agosto del 1949 e il marzo del 1950, fece ritorno in Germania su incarico della Commission on European Jewish Cultural Reconstruction. Le impressioni, le esperienze e le conoscenze di questo viaggio attraverso una Germania non solo esteriormente distrutta vennero raccolte dalla Arendt nel saggio che qui pubblichiamo, apparso nell'autunno del 1950 sulle pagine della rivista «Commentary» e inedito in italiano. Questo testo, forse il più intelligente, commosso e puntuale tra quelli scritti sul tema «Germania anno zero», è il tentativo di una donna estremamente sensibile di superare con la forza dell'intelligenza il dolore, l'amarezza personale e il risentimento nei confronti del proprio paese dopo la tragica esperienza del nazionalsocialismo, della seconda guerra mondiale e della Shoà. Non solo ricordo, non solo testimonianza: l'opera della Arendt suona ancor oggi sorprendentemente attuale, nel momento in cui la Germania, a mezzo secolo di distanza da quegli avvenimenti, torna a occupare un ruolo centrale nel vecchio continente e nella vicenda geopolitica dell'intero pianeta.

Autore

Hannah Arendt
Hannah ARENDT (1906-1975), filosofa tedesca, allieva di Heidegger e Jaspers, è stata una delle maggiori pensatrici della politica di questo secolo. Per sfuggire alla persecuzione antiebraica emigrò dopo il 1933 prima in Francia e poi negli Stati Uniti. Tra le sue opere più importanti tradotte in italiano: La banalità del male. Eichmann a Gerusalemme (Feltrinelli 19923), Le origini del totalitarismo (Edizioni di Comunità 1967), Il futuro alle spalle (Il Mulino 1981), Sulla rivoluzione (Edizioni di Comunità 1983), La disobbedienza civile e altri saggi (Giuffré 1985), Politica e menzogna (SugarCo 1985), Ebraismo e modernità (Unicopli 1986), La vita della mente (Il Mulino 1987), Rahel Varnhagen (Il Saggiatore 1988), Filosofia e politica. Carteggio con Jaspers 1926-1969 (Feltrinelli 1988).