

Si aggira da tempo per gli Stati Uniti una strana e complessa cosa che va sotto il nome di «correttezza politica». Piccoli gruppi di intellettuali, per lo più professori e spesso abbastanza ignoranti, maltrattano la cultura storica e letteraria e il linguaggio quotidiano: la Sfinge aveva il naso negroide, e i bianchi glielo hanno abbattuto a cannonate per nascondere la gloriosa storia culturale dell'Africa nera; qualsiasi rapporto tra una femmina e un maschio è uno stupro; Shakespeare era un bianco dominatore che non trattò il problema degli indiani d'America e degli omosessuali. In Italia non c'è quasi nulla di simile, al contrario si diffonde quella che Barbara Spinelli ha chiamato «la nuova sfacciataggine». Eppure non è affatto necessario condividere gli eccessi teorici e pratici dei «politicamente corretti» per accettare un confronto sulle valenze offensive del linguaggio di tutti i giorni. Anche perché non si tratta soltanto di «non offendere», ma soprattutto di abituarsi a non percepire il mondo degli uomini (e delle donne) attraverso le categorie e i criteri di rilevanza messi assieme da millenni di guerre e sopraffazioni. La presa di coscienza dell'importanza del linguaggio è, in definitiva, un elemento non trascurabile della riflessione sulla tolleranza, e il linguaggio non offensivo è uno strumento di convivenza su cui è sciocco far sempre e soltanto del sarcasmo.
Flavio Baroncelli
Flavio BARONCELLI (Savona, 15 gennaio 1944 – Genova, 20 febbraio 2007) ha insegnato all'Università di Trieste e a quella della Calabria. Attualmente è docente di filosofia morale all'Università di Genova. Ha pubblicato lavori su Hume e su altri autori del Sei e Settecento, sulle ideologie relative alla povertà in epoca moderna, sul nesso liberalismo-tolleranza.

La nuova frontiera
Scritti e discorsi (1958-1963)

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Viaggio, poesia, ospitalità

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Dai primi del Novecento a oggi

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Partecipazione e rappresentanza nelle democrazie moderne

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Il Partito democratico alle prese col futuro

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Storie di ordinaria convivenza tra italiani e immigrati

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Riflessioni sulla sinistra italiana tra sconfitta e speranza scritte con Andrea Colombo

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