A scopo di lucro
Conversazione con Giancarlo Bosetti sull'industria editoriale
La mosca e l'elefante. Perché una casa editrice piccola e appena nata - la Donzelli - decide di interpellare l'amministratore delegato del più grande gruppo editoriale italiano, attorno ai nodi e agli scenari dell'industria culturale nel nostro paese? Perché il momento è davvero di quelli difficili ed è tempo di parlar chiaro: crisi e trasformazione profonda del settore, scosso da una rivoluzione tecnologica dei media che sembra a sua volta sollecitare drastici cambiamenti del costume collettivo; una struttura distributiva arcaica e inadeguata a far fronte ai nuovi compiti; cointeressenze improprie nell'economia del settore, da parte di altri potentissimi interessi economici e politici che ne distorcono la logica. Pure, come dice Tatò, in questo serratissimo dialogo con Giancarlo Bosetti, direttore della rivista «Reset», l'editoria è e deve rimanere un'impresa, un business del tutto «tipico», nel quale cioè l'obiettivo essenziale deve essere il profitto economico. Nel vigoroso, coerente, inflessibile - e insofferente - liberismo di Franco Tatò troviamo una lezione cruciale, degna di meditazione da parte di tutti coloro che hanno a cuore le sorti del libro e del prodotto culturale in genere. Un progetto editoriale, in una società come la nostra, è qualcosa, vale qualcosa, solo se definisce un equilibrio con un proprio pubblico e dunque con un mercato: e quando i conti non tornano si fa forte il sospetto che anche il progetto editoriale sia caduco o incoerente o in declino. A meno di voler continuare a pensare che i debiti degli editori siano più «nobili» di quelli altrui.