
Bolingbroke
L'idea di un re patriota
Collana: Biblioteca
1995, pp. C-188, rilegato
ISBN: 9788879891301
€ 19,63 € 18,65
«Dalla confusione è possibile che sorga l'ordine: ma può trattarsi dell'ordine di una tirannia perversa, anziché dell'ordine di una monarchia giusta. Entrambe le cose possono accadere e una tale alternativa è sufficiente a far tremare uno Stoico! In realtà è possibile che ci salviamo con mezzi di ben altra natura, ma questi mezzi non saranno a nostra disposizione, questa via di salvezza non si dischiuderà davanti a noi, senza il concorso e l'nfluenza di un Re Patriota, il più insolito di tutti i fenomeni che sia dato di vedere nel mondo fisico o in quello morale».
(Bolingbroke).
Da dove trae la fonte di legittimazione del proprio potere l'istituto monarchico? Certo, da un pricipio di ordine dinastico; ma solo nel senso che l'ereditarietà del trono è molto meno pericolosa, meno apportatrice di tensioni, tutto sommato meno esposta all'aleatorietà, di quanto non sarebbe una elezione del sovrano da parte del popolo. Sta di fatto però che è dal popolo che deriva la fonte vera del potere del re. Soltanto un monarca organicamente connesso alle aspirazioni e ai bisogni della sua gente, solo un «re patriota» potrà rappresentare il punto più alto di governo delle relazioni politiche di una nazione. E se simile monarca è «il più insolito di tutti i fenomeni che sia dato di vedere nel mondo fisico o in quello morale», ciò dipende appunto dal carattere stesso della sua legittimazione, che non può avvenire per elezione, ma non può nemmeno ignorare una qualche maniera di investitura e di controllo popolare. Sotto la classica forma machiavelliana del trattato sull'educazione del principe si nasconde, in queste pagine, uno dei testi più densi e drammatici dello scontro politico tra Whigs e Tories nell'Inghilterra del Settecento. Il contesto inglese è già segnato, a quell'epoca, da forme assai complesse di dialettica politica. Già da tempo il monarca non ne è più il protagonista esclusivo. Attorno a lui si sviluppa una lotta forte ed esplicita fra i soggetti politici, entro la quale, se mai, sono da ridefinire e calibrare le prerogative di garanzia della funzione del sovrano. Sono proprio queste funzioni di garanzia che, agli occhi del conservatore Bolingbroke, sono state ampiamente disattese dalla pratica della nuova dinastia degli Hannover, successa a quella degli esiliati Stuart. Sono queste funzioni che un re patriota dovrebbe incaricarsi di ripristinare. Elegante e finissimo nell'argomentazione, colto e raffinato nello stile quanto acido e graffiante nell'intenzione polemica, il testo di Bolingbroke - che viene qui presentato per la prima volta al lettore italiano - rappresenta un punto di svolta nella storia delle teorie politiche dell'Europa moderna. Da quel momento in avanti, anche la più conseguente impostazione conservatrice non potrà più far ricorso all'idea di una legittimazione assoluta del potere, ma dovrà scendere, per sostenere le proprie ragioni, sul terreno controverso della contrapposizione e della polemica politica.
Bolingbroke
Uomo politico, ideologo e pubblicista tory, Henry St. John, visconte BOLINGBROKE, aveva duramente subìto le conseguenze dell'insediamento degli Whigs al governo dopo il 1714. Per la sua persona ciò aveva significato proscrizione ed esilio; per i Tories, una lunga era di esclusione dalle leve del potere. Tra gli anni venti e quaranta, assistito da alcuni dei migliori ingegni letterari dell'epoca, egli stesso abile politico ed efficace propagandista, Bolingbroke si impegnò per ottenere la riammissione dei Tories nelle sfere della politica ufficiale, promuovendo uno schieramento di opposizione. Naufragati questi obbiettivi contro l'nevitabile ostacolo delle rivalità personali e delle fedeltà di gruppo, l'unico motivo di speranza dovette apparirgli una figura di principe dalle grandi virtù - costituzionali molto più che semplicemente morali - in grado di ribaltare la politica di parte fin lì svolta dagli Hannover a favore degli Whigs.
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