«Le scrissi una di quelle storie che voleva ascoltare la sera, quella di una farfalla bianca a cui piacevano talmente tanto i colori che aveva deciso di andare ad abitare su un arcobaleno. Quando ebbi finito mi alzai in piedi e andai a rileggere la lettera vicino alla finestra. Sotto, nello stadio Sidelor violentemente illuminato da quattro proiettori di grande potenza, una ventina di calciatori in tuta si disputava un pallone davanti alle tribune vuote. I loro calci sollevavano zolle di terra spugnosa che facevano avanti e indietro insieme al pallone. Mi restava da scoprire come era morta Prima Piovani e soprattutto se io c'entravo qualcosa».
A Patrick Farrel, scrittore in pectore con i cassetti colmi di dattiloscritti rifiutati e pubblicitario per sbarcare il lunario, hanno proposto un affare: scrivere l'«autobiografia» di una cantante di successo, Bianca B., in cambio di un gruzzolo e della pubblicazione di un suo romanzo. Andata: ma presto Patrick scopre che Bianca B., malgrado il successo strepitoso, vive a Longrupt, sobborgo di sconsolata bruttezza, periferia post-industriale arrugginita e incattivita da cui tutti fuggono. L'incontro con un'amica della cantante lo lascia senza fiato: obesa, alcolista terminale, la donna scrive in incognito i testi per l'altra: una sorte da «negra» in cui Patrick si riconosce appieno. Il giorno successivo all'intervista la donna viene trovata morta. Sull'ipotesi ovvia del suicidio pesano molte incongruenze, qualcosa non torna. Invece di dedicarsi a costruire il libro per i fans, l'uomo comincia a condurre un'inchiesta che nessuno gli ha commissionato. Vuole capire, smantellare i meccanismi perversi dell'industria-spettacolo, comprendere la regia che lega il gigante editoriale spacciatore di ottimismo all'universo degli sbandati, dei disoccupati, dei politici trasformatisi in banditi. Sullo sfondo grottesco della Cité radieuse di Le Corbusier, oramai ridotta a rifugio abusivo di vagabondi e assunta a metafora dello sfascio, si snoda un giallo le cui implicazioni vanno ben oltre la scoperta del «colpevole».
Didier Daeninckx
Didier Daeninckx è nato nel 1949 a Saint-Denis. Per diversi anni ha fatto l’operaio tipografo; poi, nel 1975, ha cominciato a collaborare con giornali di provincia. Nel 1984 ha pubblicato il suo primo poliziesco, A futura memoria. L’anno successivo è uscito il romanzo che lo ha rivelato al pubblico e alla critica: Il gigante di carta (traduzione italiana, Donzelli 1999). Da allora ha scritto una trentina di «gialli», alcuni romanzi (Off limits, Donzelli 1995), e soprattutto una serie di racconti (Play-back, Donzelli 1994), genere nel quale trova la sua cifra più alta.
I fratelli corsi
seguito da I due studenti di Bologna
Indiana
Le passioni di Madame Delmare
Bisogno di credere
Un punto di vista laico
Negli anni profondi
Studio sull'opera di Baudelaire
Il silenzio delle sirene
Percorsi di scrittura nel Novecento francese
Off Limits
con il racconto inedito Noire Chapelle
Il diavolo
Tentatore. Innamorato