
Karl LOWITH e Leo STRAUSS
Dialogo sulla modernità
Collana: Saggine, 5
1994, pp. XXVIII-36
ISBN: 9788879890823
€ 6,20
«È stupefacente che noi, che ci capiamo molto bene, da un certo punto in poi ci si capisca così poco - è stupefacente, considerando l'importanza delle cose su cui ci capiamo. Dove si separano le nostre strade?»
Nel suggestivo epistolario intrecciato, nel periodo del nazismo e della guerra, tra due dei massimi interpreti del pensiero filosofico echeggiano accordi e dissonanze sui grandi problemi della filosofia. Accomunati dall'origine ebraica - che li condanna all'esilio dalla Germania negli anni più bui di questo secolo - Karl Löwith e Leo Strauss ne vivono in maniera diversa il rapporto antinomico con le categorie storicistiche del nostro tempo. Se per Strauss esse sono il risultato di una tragica rottura con l'intera tradizione classica, sia greca sia ebraico-cristiana, per Löwith scaturiscono proprio dalla secolarizzazione della filosofia cristiana della storia. Ma forse il punto di maggiore divaricazione interpretativa si concentra sulla nozione che ambedue gli interlocutori oppongono all'ipertrofia della coscienza storica moderna, vale a dire quella di natura: da Strauss intesa soprattutto nel suo aspetto, razionale e normativo, di natura dell'uomo; da Löwith, al contrario, come ciò che eternamente ci trascende e ci domina. Di qui anche una differente modalità di accostarsi ai problemi della politica. Alla richiesta straussiana di un nuovo mito capace di accordare i cuori dissonanti della polis, risponde la netta curvatura «impolitica» del discorso di Löwith: se il nichilismo è il destino infrangibile del nostro tempo, non resta che prendere eroicamente atto del crepuscolo di tutte le fedi. Finemente ricostruiti dall'introduzione di Roberto Esposito, i dui itinerari intellettuali di Strauss e Löwith ritrovano, in queste lettere, la trama profonda che li lega alle questioni essenziali della nostra epoca.
Karl Löwith
Karl Löwith (Monaco 1897-Heidelberg 1973) è stato una delle figure più significative del panorama filosofico del XX secolo. Formatosi alla scuola di Husserl e Heidegger ne prese successivamente le distanze. Nel 1934 fu costretto a lasciare la Germania, dove rientrò nel 1952 dopo anni di esilio in Italia, Giappone e Stati Uniti. Tra i suoi saggi Donzelli ha pubblicato K. Löwith - L. Strauss, Dialogo sulla modernità (1994) e, tradotti e curati da O. Franceschelli, Spinoza. Deus sive natura (1999) e Dio, uomo e mondo nella metafisica da Cartesio a Nietzsche (2018, 2a ed.).
Leo Strauss
Leo STRAUSS (1899-1973), dopo aver studiato a Berlino fino all'avvento del nazismo, si rifugiò in America, dove ha insegnato a lungo prima a New York e poi a Chicago. Tra i suoi studi più apprezzati Diritto naturale e storia (Neri Pozza, 1957), Pensieri su Machiavelli (Giuffré, 1970), Liberalismo antico e moderno (Giuffré, 1973), Che cos'è la filosofia politica (Argalia, 1977), Scrittura e persecuzione (Marsilio, 1990).
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