Il dilettante e altri scritti sull'artista nella letteratura tedesca
A cura di Enrico De Angelis. Scritti di O. LUDWIG, R. KASSNER, G. KELLER, T. MANN, K. P. MORITZ, J. PAUL, F. SCHLEGEL, A. STIFTER, W. H. WACKENRODER, R. WAGNER
«Ciò che propriamante fa difetto al dilettante è l'architettonica nel senso più alto, quella forza che si esercita creando, formando, costituendo; egli ne ha solo una specie di sentore, ma si affida in tutto e per tutto alla materia anziché padroneggiarla. Si troverà che il dilettante, va in cerca preferibilmente della lindura, che è la perfezione dell'esistente. Da qui nasce un'illusione: come se l'esistente fosse degno di esistere».
(Johann Wolfgang Goethe e Friedrich Schiller).
Un filo rosso percorre tutto l'arco della cultura estetica tedesca: è il tema del dilettantismo come componente essenziale di ogni espressione artistica. Sono Goethe e Schiller - con il rigore concettuale, ma soprattutto con la tensione e la passione da cui sono animati - a intervenire per primi sull'argomento, imbastendo in uno scritto a quattro mani una discussione con Wilhelm Wackenroder a proposito dei caratteri del dilettantismo. Il dilettantismo dilaga: per ragioni storiche, dal momento che la pratica artistica si viene allargando enormemente con il diffondersi dell'istruzione; per ragioni sociali, poiché le arti sono per definizione comunicative, e dunque richiedono partecipazione e inducono in strati sempre più vasti il desiderio di creatività, e infine per ragioni istintuali, giacché è attraverso l'arte che si manifesta un tratto generale dell'umanità, e cioè l'impulso a esprimersi, a imitare, a plasmare. Ma c'è anche il rovescio della medaglia. L'istruzione giustifica i valori più piatti e diffusi; il soggettivismo del dilettante, che non vuol saperne di leggi, porta alla fiacchezza; la corsa alle realizzazioni più prossime incatena la libertà. D'altra parte, esaltare la creatività senza esporsi all'arbitrio, correndo il rischio della nevrosi e del fiasco pur di inseguire il rivelarsi dell'infinito? E, però, come rielaborare una storia e una tradizione - e non venirne schiacciati - senza una dose di dilettantismo? «Cercate voi stessi le regole e poi seguitele»: ma questo motto dell'arte moderna convive con l'incertezza e la precarietà e sconfina talvolta nella tragedia.