
Collana: Interventi
2018, pp. VI-346, con un sedicesimo a colori fuori testo
ISBN: 9788868438517
€ 22,00 € 20,90
A dieci anni dallo scoppio della crisi economica globale, un primo dato emerge a margine del dibattito sulla sua fine reale o presunta: l’Italian style non solo è uscito indenne dalla crisi, ma è stato il fattore trainante per lo sviluppo di diversi settori dell’economia italiana. Dall’arte all’alta moda, dal design alla cultura del cibo, dal paesaggio all’artigianato, il Made in Italy resta in costante crescita. Ma quali sono le ragioni di tanta resilienza? È impossibile rispondere a questa domanda senza tornare alle origini del concetto stesso di stile italiano. Esso è infatti il prodotto di una plurisecolare vicenda storica: dall’epoca romana all’età dei Comuni, dal Rinascimento al Barocco, dal boom del dopoguerra ai giorni nostri, lo stile italiano si è manifestato in un tenace sforzo di unire l’etica all’estetica. La ricerca della bellezza e della qualità, le vocazioni dei territori, la creatività e il design non sono che le forme esteriori di una specifica cultura, di una vicenda storica e del carattere stesso dell’Italia. In queste pagine Romano Benini ripercorre il farsi nel tempo dello stile italiano, e coglie in esso i tratti dell’identità e le ragioni dell’attrattiva del Belpaese nel mondo. Conoscere questa storia di lungo periodo permette al contempo di valutarne la portata economica. E infatti tuttora le opportunità di sviluppo per l’Italia passano dall’originalità di uno stile riconoscibile in quelle cose «belle e benfatte» che continuano a spingere la domanda del Made in Italy sui mercati globali. Tuttavia, il nesso tra etica ed estetica è oggi messo a dura prova da un processo di omologazione e da un decadimento del gusto che è il frutto di decenni di materialismo consumista. E dunque lo sforzo di continuare a coniugare il bene e il bello rappresenta anche una grande sfida politica: quella di contrapporre la società del gusto alla società dei consumi, la qualità alla quantità, la ricerca di prodotti e stili di vita «su misura» al consumo di massa.
Romano Benini
Romano Benini è professore straordinario di Sociologia del welfare e coordinatore del corso di laurea in Consulenza del lavoro presso la Link Campus University di Roma e docente di Sociologia del Made in Italy presso l’Università «la Sapienza» di Roma. Giornalista economico, è autore di Il posto giusto, il programma di Rai3 su formazione e mercato del lavoro, e consulente della Fondazione studi dei consulenti del lavoro, della Cna nazionale e di diverse istituzioni. Tra i libri più recenti: Il fattore umano (Donzelli, 2016), Lo stile italiano, Mutamenti sociali e inclusione attiva (Eurilink, 2018), Il posto giusto (Eurilink, 2020).
Paolo Grieco, Il Giornale di Brescia, 09/02/2019
"COMPRARE IL MADE IN ITALY E' UN AFFARE, MA LA QUALITÀ È TALE SOLO SE FATTA IN PATRIA"
Corrado Augias, Quante storie - Rai 3, 06/02/2019
Il successo del made in Italy
Livio Partiti, Il posto delle parole, 19/01/2019
Romano Benini “Lo stile italiano”
Gilberto Scuderi, Gazzetta di Mantova, 21/12/2018
UN TUFFO NELLO STILE ITALIANO COME ECONOMIA DELLA BELLEZZA
Stenio Solinas, Il Giornale, 09/11/2018
SANGUE, CREATIVITÀ, POLITICA "LO STILE ITALIANO" È UN MITO
Monica Mattioli, L'Economia (Corriere del Mezzogiorno), 05/11/2018
TRA IDENTITÀ E STORIA: CON LO STILE ITALIANO SI PUÒ SUPERARE (ANCHE) LA CRISI
Claudio Risé, La Verità, 28/10/2018
È LO STILE ITALIANO CHE CI RENDE INDISTRUTTIBILI
Andrea Di Consoli, Domenica (Il Sole 24 ore), 28/10/2018
LA FORZA DEL BRAND ITALIA
La cura italiana al disagio globale
Perché è il lavoro che fa l'economia e non il contrario
L'Europa di oggi come l'impero romano?
Perchè in Italia non c'è lavoro e come si può fare per crearlo
Storie di immigrati imprenditori
Roma e il declino d'Italia
Passato e presente di un modello di potere
Il modello artigiano e le radici dello stile italiano
Per un futuro sostenibile del lavoro agile in Italia
La ricerca e la formazione
Un viaggio nell’Italia dei comuni innovativi
La camorra e il degrado sociale nel racconto di dieci detenuti