
Collana: Saggi. Storia e scienze sociali
2018, pp. XVIII-382
ISBN: 9788868438043
€ 34,00 € 32,30
«I vampiri, assumendo connotati diversi, ritornano, prima o poi. Anche i libri sui vampiri – così sperano i loro autori – hanno una qualche possibilità di ritornare, di non morire». Così Vito Teti introduce il ritorno di questo libro in una nuova edizione completamente rivisitata, a chiudere idealmente quel «trittico della melanconia» che comprende Il senso dei luoghi e Quel che resta. Ma ogni ritorno è anche una novità, e così è per questo saggio, che si arricchisce di un ampio capitolo e di un ricco apparato iconografico che segue l’immaginario del revenant nelle sue rappresentazioni antiche e declinazioni contemporanee. La figura del vampiro offre elementi di riflessione per approfondire il passaggio del mondo occidentale alla modernità. Se, nelle società tradizionali, il vampiro folklorico non può essere separato dalla paura del ritorno, perturbante e pericoloso, dei defunti, proprio l’Occidente colto e illuminato settecentesco è l’ambito in cui è possibile cogliere l’origine del complesso fenomeno storico del «ritorno» dei vampiri. Nel momento in cui melanconia e rovine si apprestano a raccontare i contrasti del lento affermarsi del moderno – che esorcizza alterità, malattia, follia, morte –, il vampiro rinasce nella letteratura come metafora di figure ambivalenti, ponendo così le basi per «contagiare» gli aspetti culturali caratterizzanti la tradizione occidentale contemporanea, dalla psicoanalisi al cinema, ai fumetti e a internet. L’inedito capitolo finale riannoda il filo di una riflessione sul sentimento dei luoghi, addentrandosi nell’esplorazione delle recenti metafore, positive e negative, del vampiro all’inizio del nuovo millennio. Il vampiro che abita le rovine postmoderne – dal Muro di Berlino a Baghdad, dalle Torri Gemelle alle macerie dei terremoti – e incarna paure legate all’angoscia della fine del mondo ci ricorda la necessità di ristabilire un dialogo con i defunti, senza espellerli come vampiri distruttivi, ma riconoscendoli come parte integrante della comunità dei viventi. In questo senso, il libro afferma una filosofia «contro la morte», cogliendo spunti là dove la metafora del vampiro sembra aprire a un diverso rapporto con l’altro e a un riconoscimento della diversità.
Vito Teti
Vito Teti è professore ordinario di Antropologia culturale all’Università della Calabria, dove ha fondato e dirige il Centro di iniziative e ricerche Antropologie e Letterature del Mediterraneo. Tra le sue pubblicazioni: Storia del peperoncino. Un protagonista delle culture mediterranee (Donzelli, 2007), Maledetto Sud (Einaudi, 2013), Quel che resta. L’Italia dei paesi, tra abbandoni e ritorni (Donzelli, 2017), Il vampiro e la melanconia. Miti, storie, immaginazioni (Donzelli, 2018), Prevedere l’imprevedibile. Presente, passato e futuro in tempo di coronavirus (Donzelli, 2020), La restanza (Einaudi, 2022).
Luca Miele, Il Regno, 15/02/2020
Il vampiro e la melanconia
, Qui comincia - Radio 3, 23/01/2020
Il vampiro e la melanconia di Vito Teti
, A passo d'uomo, 07/07/2019
IL VAMPIRO E LA MELANCONIA
Nando Cianci, Scuola Slow, 07/07/2019
IL VAMPIRO E LA MELANCONIA
Matteo Cosenza, Corriere del Mezzogiorno, 07/06/2019
A qualcuno piace zombie
Giorgio Villani, Alfabeta2, 02/06/2019
Mondo vampiro
Simonetta Sciandivasci, Il Foglio, 06/04/2019
IN EUROPA SIAMO TUTTI VAMPIRI
Maurizio Sentieri, Doppiozero, 13/03/2019
Altre resurrezioni
Vito Teti, La Lettura, 03/03/2019
I NUOVO VAMPIRI
Renato Minore, Il Messaggero, 15/02/2019
IL LIBRO ALLE ORIGINI DEI VAMPIRI OGGI IL MALE E' NELLA RETE
Paolo Grieco, Il Giornale di Brescia, 18/01/2019
"LA RIVINCITA DEL VAMPIRO, STAR DEL CINEMA E DELLA RETE"
Massimiliano Panarari, Venerdì di Repubblica, 11/01/2019
MALINCONICO VAMPIRO, SEI L'EUROPA CHE NON C'È PIÙ
Memoria e storia dei paesi abbandonati
Presente, passato e futuro in tempo di coronavirus
Un'antologia di scritture calabro-canadesi
Cibi, simboli e culture tra Mediterraneo e mondo
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Storia delle acque sotterranee in Italia
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