
Toni Ricciardi
Breve storia dell'emigrazione italiana in Svizzera
Dall'esodo di massa alle nuove mobilità
Collana: Saggine, 301
2018, pp. XIV-250
ISBN: 9788868437312
€ 19,50 € 18,53
«Nel Mondiale giocato in Brasile nel 2014, la Svizzera è stata la nazionale più cosmopolita. Paradossalmente, la nazionale elvetica è diventata la più internazionale del mondo, proprio qualche mese dopo il 9 febbraio del 2014. Quando, per una manciata di voti, passò, per la prima volta nella sua lunga e travagliata storia di impulsi anti-stranieri, l’iniziativa contro l’immigrazione di massa che fece tremare le cancellerie di mezza Europa e funse da modello per i fautori della Brexit».
In fatto di migrazione, la Svizzera rappresenta un caso emblematico e, insieme, un modello ricco di paradossi. Nel 2014, quando per una manciata di voti passò l’iniziativa contro l’immigrazione di massa, la Svizzera espresse anche la nazionale più cosmopolita del Mondiale in Brasile. È il paese europeo che nel secolo scorso ha conosciuto il tasso d’immigrazione più alto del continente, assorbendo quasi la metà dell’emigrazione italiana del secondo dopoguerra. In settant’anni ha raddoppiato la sua popolazione, passando da quattro milioni agli oltre otto odierni, e la migrazione è al centro del dibattito da sempre. Nel 1948, per la prima volta nella sua storia, la Svizzera firmò un accordo di reclutamento di manodopera straniera, che divenne un modello per i successivi e cambiò per sempre la sua storia e quella del suo principale fornitore di donne e uomini, l’Italia. Paese dal quale, a partire dai trafori dell’Ottocento e per un secolo, sono giunti oltre cinque milioni di persone, la metà solo nel secondo dopoguerra. Ancora oggi, quella in Svizzera è la terza comunità italiana nel mondo. Concepita come temporanea, dopo qualche decennio divenne stanziale e rappresentò il carburante per la crescita e l’espansione dell’economia elvetica. Nessun paese europeo registrò performance così favorevoli e allo stesso tempo un così alto numero di morti bianche, che raggiunsero l’apice con la tragedia di Mattmark. Assopitosi il decennio delle tensioni xenofobe, all’inizio degli anni ottanta venne accantonata una possibile soluzione per migliorare le condizioni di chi contribuiva al progresso e al benessere del paese. Sono ormai lontani gli anni delle baracche, del «non si fitta agli italiani» o dei trentamila bambini clandestini. A tutt’oggi, la Svizzera è l’unico paese al mondo, oltre all’Italia, in cui l’italiano è lingua ufficiale. E l’italianità, pur tra alti e bassi, è riconosciuta, ricercata, apprezzata. Da un decennio si registra la ripresa di una nuova mobilità italiana: alle professioni specializzate si è unito il crescente numero di frontalieri e di chi è alla ricerca di un lavoro qualsiasi. Il rischio è che si ripropongano le questioni di un passato ricco di suggestioni e contraddizioni, che fanno della migrazione italiana in Svizzera un unicum senza precedenti.
Toni Ricciardi
Toni Ricciardi, è storico delle migrazioni presso l’Università di Ginevra. Codirettore della collana «Gegenwart und Geschichte/Présent et Histoire», componente del Comitato scientifico del Rapporto Italiani nel Mondo della Fondazione Migrantes, membro del Comitato editoriale di «Studi emigrazione» e «Altreitalie». Nel 2011 ha vinto il Premio «Sele d’oro-mezzogiorno», Rai-Svimez, per gli studi sullo sviluppo nel mezzogiorno. È tra gli autori del primo Dizionario enciclopedico delle migrazioni italiane nel mondo (Ser, 2014). Ha scritto, tra gli altri, Associazionismo ed emigrazione (Laterza, 2013), L’imperialismo europeo (Corriere della Sera, 2016), Suchard: un colosso dalle mani migranti (con I. Pellegrini e S. Cattacin, Tau, 2019). Ha diretto, insieme a F. Gamba, M. Nardone e S. Cattacin, Covid-19. Le regard des sciences sociales (Seismo, 2020); e curato, con G. di Lello, Dalla parte di John Fante. Scritti e testimonianze (Carocci, 2020).
Per i tipi di Donzelli ha pubblicato Morire a Mattmark. L’ultima tragedia dell’emigrazione italiana (2015, Premio «La valigia di cartone 2015»), Marcinelle, 1956. Quando la vita valeva meno del carbone (2016) e Breve storia dell’emigrazione italiana in Svizzera (2018), Il Terremoto dell’Irpinia. Cronaca, storia e memoria dell’evento più catastrofico dell’Italia repubblicana (con G. Picone e L. Fiorentino 2020), Dalla valigia di cartone al web. La rete sociale degli italiani in Svizzera (con S. Cattacin e I. Pellegrini 2022) e diretto Storia dell’emigrazione italiana in Europa (2022).
Francesca Puliga, ALTREITALIE, 08/01/2019
Breve storia dell’emigrazione italiana in Svizzera
Gianluca Nicoletti, Radio24 - Il treno va, 27/10/2018
Speciale "In viaggio nella storia": i treni del Sole
Alessandro Vicario, Laser - RSI, 20/07/2018
"Chiamami sottovoce"
, Il Caffè, 17/06/2018
Così la politica internazionale guidava le migrazioni per “ricostruire” popoli e Paesi
servizio di Luciana Mella, COSMO Radio Colonia, 06/06/2018
Gli italiani e la Svizzera
Raffaella Brignoni, Area Primo Piano, 20/04/2018
Voi siete voi anche grazie a noi
, La Domenica del Quotidiano del Sud, 15/04/2018
Italia-Svizzera, così è cambiata l’emigrazione
Andrea Di Consoli, Domenica - Il Sole 24 Ore, 18/03/2018
L'IMPATTO (DEMOGRAFICO) DEGLI IMMIGRATI
Fabrizio Caruso, Letture.org, 14/03/2018
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, Uno mattina - Caffè, 10/03/2018
Storia dell'emigrazione in Svizzera, intervista
Emiliano Sbaraglia, Radio Articolouno - Scaffale lavoro, 03/03/2018
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, Les Temps, 02/03/2018
Une nouvelle vague d'immigration italienne
Clara Storti, La Regione Ticino, 19/02/2018
UNO STRUMENTO POTENTE
Dino Pesole, A CONTI FATTI. LA STORIA E LA MEMORIA DELL'ECONOMIA, 11/02/2018
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Dario Campione, Il frontaliere, 01/02/2018
La vicenda dell’emigrazione italiana in Svizzera aiuta a comprendere il presente
Generoso Picone, Il Mattino, 28/01/2018
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I. Dalla Rivoluzione francese a Marcinelle (1789-1956)
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