Guido Crainz

Il sessantotto sequestrato

Cecoslovacchia, Polonia, Jugoslavia e dintorni

Saggi di Pavel Kolář, Wlodek Goldkorn, Nicole Janigro, Anna Bravo

Collana: Saggine, 302
2018, pp. VI-202
ISBN: 9788868437275

€ 19,50  € 18,53
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Scheda libro

«Nella storia d’Europa dei decenni successivi, il ’68 non ci appare tanto rilevante per quel che avvenne a Parigi oppure a Torino, a Berlino, a Milano o a Trento, quanto per i traumi e i rivolgimenti che segnarono quell’area del l’Europa “sequestrata” dall’impero sovietico».

Guido Crainz

A distanza di cinquant’anni dal simultaneo manifestarsi dei movimenti di contestazione del ’68 in tante parti del Vecchio continente, iniziamo forse a comprendere che per la sua storia successiva sono rilevanti soprattutto i rivolgimenti, i traumi e i processi che segnarono la Cecoslovacchia, la Polonia e altre aree dell’Europa «sequestrata» dall’impero sovietico, per dirla con Milan Kundera. Per molti versi quei rivolgimenti rappresentarono uno spartiacque: la conferma definitiva che il «socialismo reale» non era riformabile. I processi che attraversarono allora quest’area furono solo apparentemente stroncati a Praga dai carri armati del Patto di Varsavia e in Polonia da una brutale offensiva di regime che assunse violenti toni antisemiti, provocando l’esodo di una ricca comunità intellettuale e di una parte significativa degli ebrei rimasti nel paese dopo la Shoah. In realtà, pur nel modificarsi di prospettive e di visioni del mondo, si dipanano da allora alcuni esili e al tempo stesso straordinari fili che portano al 1989, passando per Charta 77 in Cecoslovacchia o per il Kor e Solidarność in Polonia. Eppure, in quel fatidico ’68, i giovani, gli intellettuali e i rinnovatori di quei paesi, i sostenitori di un «socialismo dal volto umano», non trovarono nei movimenti studenteschi dell’Occidente quel solidale sostegno che sarebbe stato necessario. Né lo ebbero dai partiti comunisti europei. Perché? E perché in molte ricostruzioni storiche complessive ha prevalso spesso una sostanziale rimozione di questi aspetti? A queste domande e a questi nodi rispondono i contributi del libro: il saggio di apertura di Guido Crainz; quelli di Pavel Kolář, Wlodek Goldkorn, Nicole Janigro, Anna Bravo; e i documenti di studenti e intellettuali di allora, con le successive testimonianze di personalità come Jiří Pelikán, Adam Michnik, Zygmunt Bauman.

Autori

Guido Crainz
Guido Crainz ha insegnato Storia contemporanea all’Università di Teramo. Per la casa editrice Donzelli ha pubblicato: Padania. Il mondo dei braccianti dall’Ottocento alla fuga dalle campagne (1994, 2007); Storia del miracolo italiano (1997, 2003); Il paese mancato. Dal miracolo economico agli anni ottanta (2003, 2011); Il dolore e l’esilio. L’Istria e le memorie divise d’Europa (2005); L’ombra della guerra. Il 1945, l’Italia (2007); Autobiografia di una Repubblica. Le radici dell’Italia attuale (2009); Il paese reale. Dall’assassinio di Moro all’Italia di oggi (2012, 2013); Diario di un naufragio. Italia, 2003-2013 (2013); Storia della Repubblica. L’Italia dalla Liberazione ad oggi (2016); Il Sessantotto sequestrato. Cecoslovacchia, Polonia, Jugoslavia e dintorni (2018). Ha curato con Angelo Bolaffi il progetto Calendario civile europeo. I nodi storici di una costruzione difficile (2019).

Pavel Kolárˇ
Pavel Kolárˇ, nato a Praga, insegna storia comparata e transnazionale presso l’Istituto universitario europeo di Firenze. Il suo ambito di lavoro è la storia europea contemporanea, in particolare della Germania e dell’Europa centro-orientale.

Wlodek Goldkorn
Wlodek Goldkorn, nato in Polonia, ha lasciato il suo paese nel 1968. Scrittore e giornalista, vive in Italia. Il suo ultimo libro è Il bambino nella neve (Feltrinelli, 2016). È autore di saggi sull’ebraismo, sul Medio Oriente e l’Europa centrale. Collabora con «la Repubblica» e «L’Espresso».

Nicole Janigro
Nicole Janigro, nata a Zagabria, vive e lavora a Milano. Psicoanalista e saggista, insegna a Philo, scuola di pratiche filosofiche. Tra le sue pubblicazioni, L’esplosione delle nazioni (1993, 1999).

Anna Bravo
Anna Bravo è stata professore associato di Storia sociale all’Università di Torino. Fra i suoi lavori, A colpi di cuore. Storie del sessantotto (Laterza, 2008).

Recensioni

Cesare Panizza, Quaderno di storia contemporanea/64, 01/12/2018
Intervista a Guido Crainz

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, Moked/מוקד - Il portale dell'ebraismo italiano, 02/05/2018
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Nicole Janigro, Doppiozero, 07/04/2018
Il ’68 jugoslavo: l'anno tabù

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Corrado Augias, Quante storie - Rai 3, 13/02/2018
Il '68 rimosso dell'Europa dell'Est

Severino Saccardi, Il Corriere fiorentino (Corriere della Sera9, 13/02/2018
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