

A quarant’anni dalla legge Basaglia, che ha sancito la chiusura dei manicomi, riemergono le storie e i volti di migliaia di donne che in quei luoghi hanno consumato le loro esistenze. In questo libro sono soprattutto donne vissute negli anni del regime fascista: figure segnate dal medesimo stigma di diversità che, con le sue ombre, ha percorso a lungo la società, infiltrandosi fin dentro i primi anni del l’Italia repubblicana. All’istituzione psichiatrica fu consegnata, dall’ideologia e dalla pratica «clinica» del fascismo, la «malacarne» costituita da coloro che non riuscivano a fondersi nelle prerogative dello Stato. Su queste presunte anomalie della femminilità, il dispositivo disciplinare applicò la terapia della reclusione, con la pretesa di liberarle da tutte quelle condotte che confliggevano con le rigide regole della comunità di allora. La possibilità di avvalersi del manicomio al fine di medicalizzare e diagnosticare in tempo «gli errori della fabbrica umana» non fece che trasformare l’assistenza psichiatrica in un capitolo ulteriore della politica sanitaria del regime, orientata alla difesa della razza e alla realizzazione di obiettivi di politica demografica, attraverso l’eliminazione dalla società dei «mediocri della salute», dei «mediocri del pensiero» e dei «mediocri della sfera morale». Fu così che finirono in manicomio non solo le donne che si erano allontanate dalla norma, ma anche le più deboli e indifese: bambine moralmente abbandonate, ragazze vittime di violenza carnale, mogli e madri travolte dalla guerra e incapaci di superare gli smarrimenti prodotti da quell’evento traumatico. In questo libro i percorsi di queste esistenze perdute vengono finalmente ricomposti, attraverso l’uso sapiente di una ricchissima documentazione d’archivio: fotografie, diari, lettere, relazioni mediche, cartelle cliniche. Materiali inediti che raccontano la femminilità a partire dalla descrizione di corpi inceppati e che riletti oggi, con sguardo consapevole, possono contribuire a individuare l’insieme dei pregiudizi e delle aberrazioni che hanno alimentato – e in modo nascosto e implicito continuano ancora oggi ad alimentare – l’idea di una «devianza femminile», da sradicare per sempre dal nostro orizzonte culturale.
Annacarla Valeriano
Annacarla Valeriano ha studiato Storia contemporanea all’Università di Teramo. Ha lavorato presso l’Archivio della memoria abruzzese della Fondazione Università di Teramo. Con Donzelli ha pubblicato Ammalò di testa. Storie dal manicomio di Teramo (2014), con cui ha vinto il premio internazionale di saggistica Città delle Rose, miglior autore abruzzese (2014), il premio Franco Enriquez (2014) e il premio Francesco Alziator (2014), e Malacarne. Donne e manicomio nell’Italia fascista (2017), vincitore del premio nazionale di cultura «Benedetto Croce» (2018), sezione saggistica. Franca Ongaro utilizzò il suo spirito critico come forma di liberazione, come uno strumento di analisi per mettere a fuoco la trama di contraddizioni di cui era intessuta la realtà e da cui era necessario prendere le mosse per comprendere le diverse espressioni della condizione umana, non ultima la follia, ma anche per cogliere la complessità delle relazioni tra uomo e donna, in una visione complessiva che conciliasse salute e malattia, forza e debolezza, maschile e femminile. Su queste «compresenze» avrebbe impostato il cuore del suo lavoro e delle sue azioni, consapevole che la manipolazione dei corpi e delle menti si attuava in primo luogo attraverso le semplificazioni operate dal senso comune.
Le sue carte d’archivio, magistralmente esplorate e raccontate da Annacarla Valeriano, consentono di riannodare le riflessioni svolte nel corso di una vita, per avere ancora oggi delle visioni che ne testimoniano l’attualità del pensiero.
Cristina Gardenghi, Leggere donna, 01/01/2020
Malacarne
Silvia Gusmano, Osservatore romano, 29/09/2018
I fiori del male. Donne e manicomio nell’Italia fascista in un libro di Annacarla Valeriano
Maria Rosaria La Morgia, Leggendaria, 01/09/2018
LA PAZZIA DELLE RIBELLI
Flavia Piccinni, Il Tirreno, 16/07/2018
STORIE DI DONNE E DI MANICOMI
Sara Cariglia, LETTERADONNA, 24/04/2018
Donne e manicomio nell’Italia fascista nel libro di Annacarla Valeriano
Giuseppe Fantasia, Il Foglio, 28/02/2018
Malacarne
Antimo Amore, Petrarca - Rai 3, 17/02/2018
Intervista
, Monitor, 30/01/2018
La Malacarne. Storie di donne, manicomio e fascismo
Gloria Ghioni, CriticaLetteraria, 30/01/2018
Donna e manicomio: come il fascismo "previene e combatte" la malattia mentale
Alessandro Mezzena Lona, Arcanestorie, 29/01/2018
Annacarla Valeriano: “Così le donne libere finivano in manicomio”
Piero Del Giudice, Avvenire, 25/01/2018
DONNE DA MANICOMIO: LA SORTE DELLE "INADATTE AL REGIME"
Giorgio Dell'Arti, Domenica - Il Sole 24 Ore, 14/01/2018
ERSILIA, IN MANICOMIO PER COLPE MORALI
, Fahrenheit - Radio 3, 11/01/2018
Intervista ad Annacarla Valeriano
Paolo Mieli, Il Corriere della Sera, 12/12/2017
IL PRETESTO DELLA PAZZIA

Contro tutti i muri
La vita e il pensiero di Franca Ongaro Basaglia

Marcinelle, 1956
Quando la vita valeva meno del carbone

Ammalò di testa
Storie dal manicomio di Teramo (1880-1931)

Dal rosso al nero
La svolta a destra di una città operaia
Terni, laboratorio d’Italia

Nazioni in cerca di stato
Indipendentismi, autonomismi e conflitti sociali in Europa occidentale

Le rievocazioni storiche
Feste civiche e cultura popolare in Toscana

La governance globale
Appunti per il XXI secolo
Questo volume fa parte della serie pubblicata con il Centro Studi di Politica Internazionale (CeSPI).

Il genio dei semi
Nikolaj Vavilov, pioniere della biodiversità

La pace al primo posto
Scritti e discorsi di politica internazionale (1972-1984)

Visioni d'Africa
Cinema, politica, immaginari

Acqua, Stato, nazione
Storia delle acque sotterranee in Italia
Dall’età liberale al fascismo