

Contributi di: Stefano Allovio, Alessandra Broccolini, Anna Maria Cossiga, Silvia Cristofori, Armando Cutolo, Fabio Dei, Lorenzo D’Orsi, Caterina Di Pasquale, Francesco Faeta, Vincenzo Padiglione, Mariano Pavanello, Luigigiovanni Quarta, Simona Taliani, Lorenzo Urbano, Piero Vereni.
Che cos’è lo «Stato»? Gli approcci antropologici ed etnografici cercano di andare oltre la sua autorappresentazione come grande apparato unitario e compatto: lo «smontano» piuttosto in una molteplicità di pratiche istituzionali e quotidiane, guidate da proprie e spesso ambivalenti logiche. I saggi raccolti in questo volume, frutto di una discussione di grande intensità tra alcuni dei più significativi studiosi italiani della materia, propongono sia particolari casi di studio sia una riflessione sulle basi teoriche di un’antropologia dello Stato. Il dibattito teorico si concentra in particolare sui limiti delle posizioni «critiche» o post-coloniali che pensano lo Stato come un unico grande impianto repressivo e totalizzante. Come se in esso risiedesse la radice stessa del «male» politico, delle violenze strutturali e delle forme di disuguaglianza e oppressione che caratterizzano la società contemporanea. In campi come l’antropologia della violenza, lo studio del razzismo e delle migrazioni, l’antropologia medica e quella del patrimonio, lo Stato appare spesso come una grande forza patogena, intrinsecamente produttrice di violenza strutturale, di razzismo, di disumanizzazione. A queste teorie totalizzanti si cerca piuttosto qui di contrapporre analisi etnografiche su aspetti particolari dell’esercizio del potere statale e sui suoi rapporti con i corpi e i diritti di individui e gruppi sociali. I contesti esaminati sono sia europei che extraeuropei, e riguardano le forme dello Stato repressivo come di quello assistenziale, la gestione delle pratiche migratorie come le politiche identitarie e quelle patrimoniali.
Fabio Dei
Fabio Dei insegna Antropologia culturale presso l’Università di Pisa. Fra le sue pubblicazioni più recenti: Terrore suicida. Religione, politica e violenza nelle culture del martirio (Donzelli, 2016).
Caterina Di Pasquale
Caterina Di Pasquale è assegnista di ricerca presso l’Università di Pisa. Si occupa prevalentemente di antropologia della memoria e del patrimonio culturale. Ha pubblicato, fra l’altro, Il ricordo dopo l’oblio. Sant’Anna di Stazzema, la strage, la memoria (Donzelli, 2010).
Fabio Dei, Il lavoro culturale, 12/06/2018
Per una critica dell’antropologia critica. Una replica
, Il lavoro culturale, 21/05/2018
Un’antropologia nel presente o un’egemonia critica?
Stefano Allovio e Adriano Favole, La Lettura, 25/04/2018
LA MILITANZA RADICALE NUOCE ALL'ANTROPOLOGIA
Alfonso Berardinelli, Avvenire, 06/04/2018
I NUOVI TEORICI DELLO STATO "DIABOLICO"
Mario Di Vito, Quotidiano del Sud, 01/04/2018
STATO E VIOLENZA
, Il lavoro culturale, 08/02/2018
Di Stato si muore? Per una critica dell’antropologia critica
Giorgio Fontana, Domenica - Il Sole 24 Ore, 14/01/2018
I PARADOSSI DELL'IMPEGNO CIVILE

Terrore suicida
Religione, politica e violenza nelle culture del martirio

Il genio dei semi
Nikolaj Vavilov, pioniere della biodiversità

La pace al primo posto
Scritti e discorsi di politica internazionale (1972-1984)

Visioni d'Africa
Cinema, politica, immaginari

Acqua, Stato, nazione
Storia delle acque sotterranee in Italia
Dall’età liberale al fascismo

Sotto un sole metallico
La mia vita raccontata a Alessandro Portelli
Gli anni di Cambridge
L’incontro con Ezio Tarantelli
L’omicidio delle Br
Le battaglie civili

Nostalgia d'Oriente
Genova, Roma e il Mediterraneo nel Cinque e Seicento

Il razzismo in cattedra
L’Università di Milano e la persecuzione degli ebrei

Il senso dei luoghi
Memoria e storia dei paesi abbandonati

Come si studiano le mafie?
La ricerca qualitativa, le fonti, i percorsi

Essere Marta nel Medioevo
La donna, le guerre, gli amori.
«Tutte le donne della storia sono modi di essere Marta e reggono il mondo»