

«Nel regno dell’uomo sulla natura l’uomo entrerà con la stessa meraviglia di un cieco che riacquisti gradatamente una vista perfetta».
Nei due testi qui presentati, entrambi intitolati Natura, Emerson mette a punto i capisaldi della sua filosofia: il primo saggio, scritto nel 1836, è considerato il manifesto del trascendentalismo americano, il secondo è rimasto pressoché nell’ombra, ma è altrettanto importante per capire il pensiero del filosofo americano. Nella natura emersoniana, restituita con la forza straordinaria di immagini tradotte dall’esperienza nella scrittura, l’uomo deve ritrovare il proprio posto, per ripristinare quel dialogo tra natura e Dio che pervade il creato. Al centro dei due saggi c’è l’invito a ristabilire un equilibrio che può darsi soltanto nella «corrispondenza», nella fratellanza, nella comunione con la natura: l’uomo – soprattutto l’individuo adulto, che ha disimparato a farlo – deve tornare a riconoscere l’ammiccare della natura, deve tornare a leggerla dentro di sé e nel medesimo spirito che pervade l’universo. In questo percorso l’uomo è assistito e accompagnato dalla natura, purché si abbandoni a un rapporto originale con l’universo, torni a guardare «la natura faccia a faccia». In questo spazio aperto dal dialogo tra uomo e natura si colloca l’arte: se è vero che la natura ha leggi proprie, c’è in essa una componente dinamica con cui l’uomo può interagire. In particolar modo il poeta, che interpreta la natura, «adegua le cose ai suoi pensieri» e vi imprime il suo essere. L’uomo per Emerson è simile a Dio, ma è un «dio in rovina» che può, anzi deve, ritrovare se stesso. È questo il suo compito principale: riacquisire consapevolezza del proprio posto nell’universo, ristabilendo il giusto rapporto con la natura.
Ralph Waldo Emerson
Ralph Waldo Emerson nasce a Boston il 25 maggio 1803. È il terzo figlio di William Emerson, pastore unitariano alla First Church di Boston, e di Ruth Haskins, figlia di un noto distillatore. Il padre muore quando Emerson ha solo otto anni e la sua formazione è influenzata principalmente dalla zia paterna, Mary Moody Emerson. Proprio grazie al sostegno finanziario di quest’ultima, nel 1817 si iscrive al prestigioso Harvard College di Cambridge. Nel 1820, durante il terzo anno di studi, inizia a scrivere il suo diario, che sarà fonte inesauribile di spunti e riflessioni per gli anni a venire. Nel 1826, dopo aver insegnato per cinque anni, Emerson tiene il suo primo sermone di fronte alla Middlesex Association: grazie a esso ottiene la cosiddetta «licenza di predicare» e nel 1829 viene ordinato ministro del culto unitariano alla Second Church di Boston. Nel 1829 sposa Ellen Louise Tucker, che morirà di tubercolosi nel 1831, a soli diciannove anni. In preda a una profonda crisi interiore, Emerson lascia il suo ministero ecclesiastico e nel 1832 decide di salpare per l’Italia, dove entra in contatto con l’idealismo romantico. Tornato in patria nel 1833, inizierà a tenere le sue celebri conferenze, tra cui The American Scholar (1837) e The Divinity School Address (1838). È in questo periodo che Emerson conoscerà Henry D. Thoreau, e tra i due nascerà una profonda amicizia. Nel 1834 si era nel frattempo trasferito a Concord, dove l’anno successivo aveva sposato Lydia Jackson e acquistato «The Bush», la casa in cui vivrà fino alla morte. Proprio qui scriverà Nature (1836), destinato a divenire la pietra angolare del trascendentalismo americano. Il 1° luglio 1840 esce il primo numero di «TheDial» – organo ufficiale del movimento trascendentalista –, diretto da Margaret Fuller e, dal 1842, dallo stesso Emerson. Nel 1841 vengono pubblicati i Saggi, prima serie, accolti favorevolmente dalla critica, mentre nel 1844 escono i Saggi, seconda serie (di cui fa parte il secondo Nature). Emerson prosegue nel frattempo i suoi cicli di conferenze, e la sua notorietà cresce, sia in America sia in Europa, toccando le sue vette più alte con Uomini rappresentativi (1853). Nel 1859 prende una decisa posizione a favore della lotta contro la schiavitù negli Stati del Sud. A partire dal 1870 le condizioni di salute dello scrittore iniziano a peggiorare: nel 1876 esce una raccolta di poesie, Collected Poems, che sarà l’ultimo libro che Emerson pubblicherà in vita. Emerson muore il 27 aprile 1882 nella sua casa di Concord.
Daniela Daniele, L'Indice, 01/12/2017
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