
Collana: Virgola, 128
2017, pp. X-220
ISBN: 9788868436049
€ 25,00 € 23,75
Con la musica non si fa la rivoluzione, ma è pur vero che attraverso i linguaggi e le forme musicali e le pratiche di condivisione e di fruizione della musica si è espresso – e si esprime tutt’oggi – gran parte dello spirito antagonistico dei ceti popolari e delle giovani generazioni del nostro paese. Canzoni e generi musicali hanno caratterizzato varie fasi della nostra storia recente, lasciando un segno profondo nella memoria collettiva. Poca attenzione, però, è stata prestata alle forme di produzione, circolazione e ricezione delle musiche che hanno accompagnato i momenti di tensione politica e di scontro culturale. Si tratta di un vasto patrimonio di pratiche e di esperienze diffuse che delinea una sorta di vero e proprio «contro canto» della storia italiana. Il percorso tracciato in questo libro parte dall’analisi del canto sociale e politico di quelle che Antonio Gramsci definiva «le classi subalterne», prosegue con le vicende dei gruppi e dei movimenti che negli anni della contestazione si opposero all’omologazione di massa cercando di coniugare sperimentazione culturale e attivismo politico e arriva alle nuove forme espressive della conflittualità sociale negli anni del rap e dei centri sociali, con l’invenzione di inedite sonorità che intrecciano la riscoperta della memoria storica dei canti di lotta con la reinvenzione dei dialetti e delle identità locali, a cavallo tra culture giovanili, antagonismo politico, mercato discografico e libera diffusione tramite la rete. La creatività dei gruppi sociali in conflitto con la cultura ufficiale viene qui ricostruita mediante un viaggio tra le vicende del movimento operaio, dei movimenti sociali e delle culture giovanili, delineando un’originale rilettura della storia culturale italiana. Ispirato agli esiti più maturi dei cultural studies, questo lavoro mostra come, scavando nelle pieghe della produzione culturale e musicale, sia possibile leggere, in controluce, la storia del conflitto tra cultura alta e cultura popolare, tra consumo culturale di massa e avanguardie militanti, tra progetti egemonici dell’industria culturale e le forme e le pratiche di resistenza dal basso.
Antonio Fanelli
Antonio Fanelli, storico e antropologo culturale, fa parte del comitato scientifico
dell’Istituto Ernesto de Martino. Collabora alle attività di didattica e di ricerca demo-etno-antropologica dell’Università di Pisa. Per Donzelli ha pubblicato il volume A casa del popolo. Antropologia e storia dell’associazionismo ricreativo (2014) e ha curato, con Fabio Dei, l’edizione speciale di Sud e magia di Ernesto de Martino (2015).
, Radio popolare: Sacca del Diavolo, 09/09/2018
Contro canto
Grazie Rita di Florio, Alias - Il Manifesto, 14/07/2018
IL FILO ROSSO DELLA PROTESTA
Jacopo Tomatis, Giornale della Musica, 14/11/2017
La cultura della protesta in musica
, Fahrenheit - Radio 3, 05/07/2017
Contro canto: intervista ad Antonio Fanelli
Sandro Cappelletto, La Stampa, 20/06/2017
GLIELE HANNO CANTATE
Antropologia e storia dell'associazionismo ricreativo
Ricerca, responsabilità, diritti
raccontata come un’autobiografia
Un'introduzione
Springsteen e l'America: il lavoro e i sogni
Immagini e scenari del pittoresco alpino (1773-1914)
Alle origini della crisi italiana tra economia e politica
Monaci e mercanti, regine e avventurieri
Lettere, diari e memorie dei soldati al fronte
Le Officine ferroviarie di Bellinzona e la memoria operaia
Viaggio tra i sapori dall'antica Roma al Settecento