«Oggi che tutte le profezie di Andy Warhol si sono avverate, in che punto delle nostre vite rimane visibile la linea che stabilisce una differenza tra il pop e il quotidiano?».
La contemporaneità – ovvero l’epoca che viene «dopo Warhol» – ha conosciuto tre grandi processi di estetizzazione: il pop (dalla metà degli anni cinquanta agli inizi degli anni settanta), il postmoderno (dagli anni settanta alla fine degli anni ottanta) e l’estetica diffusa (dagli anni novanta fino a oggi). Questo studio individua alcuni momenti decisivi di questi passaggi in cui la realtà è stata concepita e vissuta essenzialmente come una costruzione estetica. La cultura pop, che trova in Warhol la sua figura paradigmatica, ha rappresentato la massima espressione estetica della tarda civiltà industriale dando una forma definitiva a ciò che oggi chiamiamo «secondo Novecento»: l’estetico inteso come consumo simbolico. Questo approdo estremo della modernità confluisce nella fase successiva del postmoderno, nel quale le pratiche più diverse rientrano in un’immensa strategia della simulazione e dell’ibridazione: kitsch, estetica del fake, citazionismo, culto dell’apparenza, finzione. Elaborando una continua erosione di ogni gerarchia culturale, il postmoderno ha aperto le porte a una fase post-storica dell’estetico, sempre meno rintracciabile nell’arte e sempre più presente nelle esperienze della quotidianità. Si giunge così al terzo momento, l’estetica diffusa o estetizzazione diffusa, che rappresenta la dimensione estetica della globalizzazione, dove estetizzazione significa fondamentalmente che anche il non estetico è pensato ed esperito come estetico. Quella che emerge è una radiografia di un passato prossimo che è la chiave per comprendere dinamiche ormai tanto auto evidenti da non essere più interrogate.
Andrea Mecacci
Andrea Mecacci insegna Estetica presso l’Università degli Studi di Firenze. Tra le sue pubblicazioni: Introduzione a Andy Warhol (Laterza, 2008), Estetica e design (il Mulino, 2012), Il kitsch (il Mulino, 2014). per i tipi della Donzelli ha pubblicato il volume L’estetica del pop (2011) e ha curato l’edizione italiana di America di Andy Warhol (2009).
Massimo Palma, Alfabeta2, 07/06/2017
Postumi di Warhol
Stefano Taddei, Il Foglio, 11/05/2017
Dopo Warhol
, Letture.org, 02/05/2017
Dopo Warhol
, L'indiscreto, 29/03/2017
L'estetica del falso
Alfonso Berardinelli, Il Foglio, 28/03/2017
VIVIAMO NELL'EPOCA DELL'ESTETICA DIFFUSA, FACENDO ARTE PER RIEMPIRE SPAZI
Simona Maggiorelli, Left Avvenimenti, 25/03/2017
QUANDO ANDY WARHOL SANTIFICO' GIANNI AGNELLI
Maurizio Cecchetti, L'Avvenire, 24/03/2017
WARHOL, LA POP ART E GLI IDOLI DELLA SOCIETA' DEI CONSUMI
Marco Pontoni, La voce di New York, 07/03/2017
C’è vita dopo Warhol?
L'estetica del pop
Teorie miti della cultura di massa
Il tempo dei femminismi
La storia delle donne come autobiografia
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Ragionando di psichiatria e potere
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Via Rasella, le Fosse Ardeatine, la distorsione della memoria
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