Il capitale quotidiano
Un manifesto per l'economia fondamentale
Contributi di: Massimo Amato, Davide Arcidiacono, Filippo Barbera, Emiliano Bevilacqua, Sandro Busso, Joselle Dagnes, Lisa Dorigatti, Julie Froud, Dario Minervini, Nicola Negri, Tania Parisi, Giuseppe Pesare, Alessandra Quarta, Angelo Salento, Laura Sinagra Brisca, Ferdinando Spina, Karel Williams.
L’economia fondamentale è l’infrastruttura della vita quotidiana. È quello che ogni giorno diamo o dovremmo dare per scontato: la produzione e la distribuzione del cibo, la distribuzione dell’acqua, dell’energia, del gas, i trasporti, l’istruzione, la sanità, i servizi di cura. In questi settori – almeno in questi – il benessere della collettività dovrebbe essere il principio guida dell’azione economica. Da più di vent’anni, invece, anche in questa sfera dell’economia hanno preso piede la massimizzazione del profitto, l’orientamento al breve termine, la propensione all’accumulazione finanziaria e alla rendita. questo libro – frutto di un percorso di ricerca transnazionale – spiega perché anche in Italia, come nel resto d’Europa, la corsa irresponsabile verso l’estrazione di valore e l’utile di breve periodo coinvolge imprese, istituzioni locali e soggetti a cavallo tra pubblico e privato. Una serie di casi di studio mostra come una simile tendenza stia minando le basi dell’economia fondamentale, alimentando fratture e diseguaglianze sociali. A fronte di questa deriva – spiegano gli autori – non bastano forme molecolari di autodifesa della società. Serve invece ritrovare la strada di un’innovazione sociale radicale e di un riformismo non liberista. Per tutte le attività economiche fondamentali deve valere una licenza sociale: l’attività economica, privata o pubblica che sia, si deve ritenere legittima soltanto se opera a vantaggio, e non a detrimento, della società.
Gli autori del libro sono parte di una rete di ricerca internazionale che coinvolge sociologi, economisti, geografi e giuristi italiani, britannici, spagnoli, austriaci. È una rete aperta, che si è costituita a partire dal Manifesto for the Foundational Economy del Center for Research on Socio-Cultural Change dell’Università di Manchester (2013).
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