
Massimo Castoldi
1943-1945: I «BRAVI» e I «CATTIVI»
Italiani e tedeschi tra memoria, responsabilità e stereotipi
Collana: Saggi. Storia e scienze sociali
2016, pp. XVI-112
ISBN: 9788868435059
€ 24,00 € 22,80
L’elaborazione di una memoria condivisa e consapevole sugli ultimi anni della seconda guerra mondiale ha conosciuto, in Germania e in Italia, percorsi differenti, scanditi da tempi e sensibilità che è utile mettere a confronto, in sede di ricostruzione storica. Questo volume presenta un approccio comparativo alla questione, attraverso la voce di alcuni tra i massimi specialisti, italiani e tedeschi, della materia. Dopo decenni di oblio, in Germania, scrive Thomas Altmeyer, si è avviato un processo di recupero dei luoghi della memoria del nazismo e di fondazione di centri di documentazione, nei quali è in atto una ricerca costante sui modi di trasmissione della memoria alla collettività e alle nuove generazioni. Diversa la storia italiana, che, pur avendo elaborato fin dal 1945 una memoria diffusa dell’antifascismo e della Resistenza, è ancora segnata da reticenze sui crimini perpetrati dal fascismo in Italia e nei territori occupati. Ciò è in relazione con lo stereotipo culturale del «bravo italiano» che, secondo Filippo Focardi, sia la monarchia, desiderosa di liberarsi dalle complicità col regime, sia le forze antifasciste, in cerca di una legittimazione interna e internazionale, avevano interesse a diffondere. Sulle vicende del confine orientale Raoul Pupo, indagando oltre i miti interpretativi, riposiziona i conflitti in questi territori in una prospettiva plurale e storicamente compiuta. All’origine dello stereotipo del «cattivo» tedesco e del «bravo» italiano c’è, sostiene Luigi Ganapini, anche il disorientamento di molti cittadini, tra vittimismo e sconcerto, conseguente all’8 settembre, che pure ha generato dispersioni e conflitti di memoria. Il tema di Paolo Jedlowski è infine proprio la difficoltà italiana di elaborare una memoria autocritica, capace di conservare anche il ricordo dei «torti che noi abbiamo fatto ad altri», e che è il contrario della memoria autocelebrativa, e implicitamente autoassolutoria, ancora molto diffusa.
Massimo Castoldi
Massimo Castoldi è membro della Commissione per l’Edizione Nazionale delle Opere di Giovanni Pascoli e insegna Filologia italiana all’Università degli Studi di Pavia. Filologo e critico letterario, si è occupato di memorialistica della Resistenza e delle deportazioni, collaborando con la Fondazione Memoria della Deportazione, che ha diretto fino al 2017. Per Donzelli ha curato il volume 1943-1945: i «bravi» e i «cattivi». Italiani e tedeschi tra memoria, responsabilità e stereotipi (2016) ed è autore di Insegnare libertà. Storie di maestri antifascisti (2018), con il quale ha vinto il Premio The Bridge.
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Questo volume fa parte della serie pubblicata con il Centro Studi di Politica Internazionale (CeSPI).
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