Collana: Saggi. Storia e scienze sociali
2016, pp. X-278
ISBN: 9788868434366
€ 29,50 € 28,03
Con saggi di John Kay, Lawrence E. Harrison, Augusto Graziani, Ronald Inglehart, David Landes, Douglass C. North, Michael E. Porter, Luis D. Herrera Amighetti, Patrick H. Mooney.
Prosperità e buongoverno: chi non li vorrebbe? È giudizio condiviso che nel mondo siano merce rara. Ma c’è grande discussione a proposito dei fattori che li determinano e che servirebbero a replicarli. Da qualche anno ha preso sempre più forza la visione dello sviluppo economico come processo culturale: gli economisti hanno abbandonato certe loro granitiche convinzioni, includendo nella propria visione del mondo importanti fattori non economici (come l’efficienza della pubblica amministrazione, il ruolo delle istituzioni locali, la certezza del diritto). Le resistenze a un simile approccio continuano tuttavia a essere molto forti: non è un caso che le politiche di sviluppo finanzino quasi esclusivamente le infrastrutture o gli incentivi agli investimenti privati, mentre solo una quota irrisoria sia destinata alla formazione professionale e alla ricerca tecnologica; per non parlare della totale assenza di programmi finalizzati a lavorare sulla mentalità delle popolazioni coinvolte nei progetti di sviluppo. Questo libro cerca di fare luce su una questione così controversa, raccogliendo i saggi più importanti e autorevoli pubblicati negli ultimi vent’anni in tema di «cultura & sviluppo» e facendoli interagire con le ricerche che l’autore conduce da tempo sulle «buone abitudini», vale a dire sulle convinzioni, gli atteggiamenti e i valori ideali che sono risultati funzionali alla prosperità e al buongoverno a qualsiasi latitudine e longitudine siano stati applicati.
Matteo Marini
Matteo B. Marini è ordinario di teorie dello sviluppo economico all’università della Calabria. È stato uno dei primi economisti italiani a occuparsi di «cultura & sviluppo» attraverso una serie di soggiorni di studio in qualità di visiting scholar presso le università del Kentucky (1991), dell’illinois (1996), di Pittsburgh (2002), e più di recente al Cultural Change institute presso la Fletcher School of law and diplomacy di Boston (2011), dove ha condotto la ricerca qui pubblicata.
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