

La città e la possibilità di governarne lo sviluppo per il bene comune sono temi fondativi della sinistra. Basta riandare alla Manchester descritta da Engels o alle lotte di inizio Novecento per i diritti elementari e i bisogni primari del proletariato urbano, da cui presero l’avvio partiti e sindacati di sinistra e la stessa urbanistica moderna. Da qui, la riflessione dei due autori arriva a esplorare un paradosso italiano. Vi è stato un tempo, nel dopoguerra, in cui la sinistra – non solo quella comunista – rifiutava l’etichetta di riformista, ma nei fatti metteva in campo, sulla città, visioni e azioni squisitamente riformiste. Erano gli anni delle lotte contro il sacco urbanistico di Roma, Napoli, Palermo e contro i comitati d’affari incistati nella politica; e gli anni di alleanze per l’epoca decisamente inedite: comunisti duri e puri accanto a liberali altrettanto irriducibili. Un percorso disseminato di sconfitte, ma anche di vittorie significative capaci di evitare scempi e produrre esempi virtuosi di buongoverno. Ed ecco il paradosso. Mentre oggi la sinistra rivendica con orgoglio la propria natura riformista, ha quasi smarrito la tensione di allora e sembra incapace di proseguire e innovare quell’esperienza: distante com’è dalla riflessione attualissima sull’urgenza di un freno al consumo di suolo; troppo legata, in alcuni, a pregiudizi ideologici – la mitizzazione dell’esproprio, la demonizzazione dei privati – e troppo vicina, in tanti altri, a quel «partito del cemento» trasversale che spesso detta legge sul futuro delle città ed è fonte di inquinamento affaristico della politica. Ma la sinistra può permettersi di tradire la città? O non rischia così di condannare se stessa?
Roberto Della Seta
Roberto Della Seta, dal 2008 al 2013 parlamentare del Pd e fino al 2007 presidente di Legambiente, è autore tra l’altro de I suoli di Roma (con Piero Della Seta, 1988), La difesa dell’ambiente in Italia (1999), Dizionario del pensiero ecologico (con Daniele Guastini, 2007), Patria. Un’idea per il nostro futuro (con Emanuele Conte, 2011).
Edoardo Zanchini
Edoardo Zanchini è vicepresidente di Legambiente. Architetto, ha insegnato urbanistica nelle Università di Roma e Pescara. È autore di saggi sui temi della sostenibilità urbana e dell’innovazione energetica.

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