

«Gramsci muore il 27 aprile 1937. Il 25 maggio la cognata Tania scrive alla famiglia: “I quaderni di Antonio sono in tutto XXX pezzi…”. Se ai trenta si aggiungono i quattro di esercizi di traduzione, al momento della morte di Gramsci, nella clinica Quisisana, si trovavano dunque trentaquattro quaderni. La Fondazione Istituto Gramsci ne custodisce oggi trentatre, di cui ventinove di contenuto teorico-storico-politico. Che fine può aver fatto il quaderno assente?».
Morto Gramsci (27 aprile 1937), la cognata Tania Schucht ha il controllo esclusivo dei Quaderni. Nessuno sa che cosa effettivamente contengano. Sono gli anni drammatici dei processi facili, con relative fucilazioni, ai comunisti che dissentono da Stalin. Palmiro Togliatti (il capo dei comunisti italiani in esilio) e Piero Sraffa (comunista coperto, stimato professore di economia a Cambridge, agente del Comintern) hanno buoni motivi per temere che i manoscritti contengano riflessioni politicamente pericolose. Bisogna metterli al riparo da occhi indiscreti. Bisogna leggerli prima degli altri, per decidere cosa farne. Dopo il successo de I due carceri di Gramsci (pubblicato nel 2012 e vincitore del premio Viareggio), che ha riaperto i termini della discussione attorno alla vicenda carceraria di Gramsci, il nuovo libro di Franco Lo Piparo pone al centro interrogativi cruciali: a chi Tania consegnò i quaderni?Come e quando andarono dall’Italia in Urss e, poi, dall’Urss in Italia? Perché le testimonianze sul loro numero non concordano mai? I protagonisti lasciarono tracce di un Quaderno occultato? Condotta con estrema cura filologica, e con il ritmo di un’appassionante ricostruzione degli indizi e delle prove, l’indagine di Lo Piparo porta, alla fine, a scoprire persino il numero di pagine del quaderno che non c’è.
Franco Lo Piparo
Franco Lo Piparo, vincitore del premio Viareggio nel 2012 con il libro I due carceri di Gramsci (Donzelli), è ordinario di Filosofia del linguaggio all’Università di Palermo. Studia il linguaggio come cartina di tornasole di aspetti nascosti di fenomeni non linguistici. In Lingua, intellettuali, egemonia in Gramsci (1979) documentò la provenienza dagli studi universitari di glottologia della nozione gramsciana di egemonia. Oltre a I due carceri di Gramsci, con Donzelli ha pubblicato L’enigma del quaderno (2013), entrambi riuniti in un unico volume uscito in Francia per Cnrs Éditions nel 2014.

Il professor Gramsci e Wittgenstein
Il linguaggio e il potere

I due carceri di Gramsci
La prigione fascista e il labirinto comunista

Destra e sinistra
Ragioni e significati di una distinzione politica
Edizione del trentennale

Una storia esemplare
Fucino: bonifica, riforma agraria, distretto agroindustriale

Voglia di restare
Indagine sui giovani nell’Italia dei paesi

La Russia, l'Ucraina e la guerra in Europa
Storia e scenari

Ombre d'Europa
Nazionalismi, memorie, usi politici della storia

Rigenerazione urbana
Un glossario

Mitologie fasciste
Storia e politica dell’irrazionale

La città e l'isola
Omosessuali al confino nell’Italia fascista