
I sindaci e la sicurezza urbana
Le ordinanze sindacali e i loro effetti
Antonella Galdi
Collana: Autonomie e Quaderni Sspal
2012, pp. XVIII-174
ISBN: 9788860367679
€ 22,00 € 20,90
Il volume mostra i risultati di un’indagine pilota, condotta congiuntamente dall’Anci e dalla Fondazione Cittalia, in cui si distoglie per la prima volta l’attenzione del ricercatore dal mero dato quantitativo sul numero delle ordinanze emesse dai sindaci italiani a partire dall’agosto 2008, per concentrarla su quanto avvenuto in seguito alla loro adozione e nei giorni e mesi che l’hanno preceduta. Attraverso un approccio multidisciplinare è stato dunque possibile sondare non solo la fase ex post ma anche la fase ex ante, ossia le motivazioni e le attività preparatorie che hanno portato un sindaco ad adottare l’ordinanza. In quest’analisi sono stati individuati alcuni territori regionali particolarmente significativi per il numero di comuni che hanno emesso ordinanze sulla sicurezza urbana (Veneto, Lombardia, Toscana, Puglia e Calabria) e cinque province ritenute più rappresentative in virtù della maggiore o minore quantità di provvedimenti in questione rispetto alla media nazionale (Padova, Milano, Firenze, Bari, Reggio Calabria). La ricerca si è poi orientata verso la raccolta dei punti di vista dei principali attori istituzionali coinvolti e quelli di alcuni soggetti della società civile – associazioni, comitati di quartiere, rappresentanti di categoria – che, in base ai diversi ambiti tematici, sono stati identificati quali stakeholders utili a fornire la percezione degli effetti dei provvedimenti sindacali sul tessuto urbano. I risultati dell’indagine condotta assumono una rilevanza peculiare alla luce della sentenza della Corte costituzionale n. 115 del 2011, secondo la quale un’ordinanza sindacale, anche se contingibile e urgente, non può derogare norme giuridiche ma deve sempre rispettare i principi dell’ordinamento. Il pronunciamento di incostituzionalità della Corte rappresenta, indubbiamente, uno spartiacque ineludibile e circoscrive in buona sostanza un arco temporale durato quasi tre anni. Con esso si chiude una stagione per così dire «eroica» e si riavvolge il nastro: la parola torna al legislatore.
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