«È importante pensare a forme di accoglienza e di apertura verso donne e uomini che hanno scommesso su un nuovo inizio, lontano dalle loro patrie di appartenenza; a forme di accoglienza che comprendano, accanto all’insegnamento della lingua italiana, un confronto tra storie, una restituzione di storie che sia anche una chiave interpretativa di quel destino che ci vede sulle due sponde contrapposte del benessere e del bisogno».
I continenti esistono? È possibile scriverne una storia? Giunti a metà del progetto di una storia dei continenti, che ha visto la pubblicazione dei primi due volumi dedicati all’Africa e all’Oceania, un’antropologa e uno storico avviano in queste pagine un dialogo che vuole coinvolgere il lettore nella necessità di una piccola rivoluzione copernicana: ripensare i modi e i criteri con cui, all’alba del terzo millennio, le rispettive discipline possono accostarsi a una simile impresa. La convinzione di fondo è che l’Europa abbia inventato i continenti e disegnato la cartografia del pianeta, riuscendo a presentare questa sua costruzione come un fatto naturale. Primi ostaggi di tale operazione ideologica sono state le stesse scienze umane, che hanno assunto come realtà ciò che era artificialità. Ma l’allargamento della visuale a una pluralità di mondi e modelli divergenti, talvolta dotati di una vitalità superiore rispetto all’Occidente, porta oggi alla luce il problema della storia, della sua metodologia e dei suoi rapporti con le altre discipline, prima fra tutte l’antropologia. Quello che ne deriva non è solo la necessità di un confronto tra i continenti che sappia prescindere dall’impatto con l’Occidente, e sappia riconoscere le trame plurime e multiculturali di cui forte è rimasta l’impronta, nonostante la distruzione, la conquista e la creazione di falsi Stati e confini. È la stessa revisione della storia europea ad essere posta all’ordine del giorno; e, prima ancora, una ridefinizione delle due discipline fondanti, la storia e l’antropologia, destinate a una vera e propria trasfusione di idee e in ultima analisi a una dissoluzione dell’una nell’altra.
Francesca Giusti
Francesca GIUSTI (Napoli 1947) ha curato il volume Frontiere dell'antropologia, edito dall'Istituto Italiano per gli Studi Filosofici, con cui collabora per le attività del settore antropologico, e con Giacomo Venuti ha pubblicato Evoluzione e storia dell'uomo (Milano 1984). Tra gli ultimi lavori, Evolution of Human Culture: a Composite Pattern, in The Ethological Roots of Culture (Boston 1994) e, con Paola Venuti, Madre e padre (Firenze 1996). Il primo volume di questa trilogia, La scimmia e il cacciatore, è uscito da Donzelli nel 1994; il secondo, Nascita dell'agricoltura, nel 1996.
Vincenzo Sommella
Vincenzo Sommella insegna italiano e storia nelle scuole superiori a Napoli. Fa parte del Comitato di redazione della rivista «Utopia socialista». Fra le sue ultime pubblicazioni, con la casa editrice Prospettiva: Socialismo confinato (2004), L’utopia (2005), 1799. La rivoluzione napoletana (2007), Flora Tristan (2010).
Storia dell'Oceania
L'ultimo continente
Storia dell'Africa
Un continente fra antropologia, narrazione e memoria
I primi stati
La nascita dei sistemi politici centralizzati tra antropologia e archeologia
Povera scuola!
Promesse e realtà di una resistibile riforma
Lettera di una professoressa
Trent'anni dopo Barbiana
La fiera delle falsità
Via Rasella, le Fosse Ardeatine, la distorsione della memoria
Quale Europa
Capire, discutere, scegliere
Roma '44
Le lettere dal carcere di via Tasso di un ragazzo martire delle Fosse Ardeatine
Contro la democrazia illiberale
Storia e critica di un’idea populista
Assalto a San Lorenzo
La prima strage del fascismo al potere
Del capitalismo
Un pregio e tre difetti
L'ultimo Marx
Biografia intellettuale
(1881-1883)
Nuova edizione accresciuta