

«Siamo in presenza di tre culture: la cultura della destra, la cultura della “zona grigia” e la cultura di infime minoranze non-consenzienti. La cultura di sinistra è morta da tempo. Per fortuna la zona grigia è fatta di cento sfumature. Ma sempre grigia è, nella sua dominante: la zona di chi vede solo con gli occhi del “particulare” e si lascia volentieri dirigere da altri».
Il 2010 non è stato per l’Italia un anno qualsiasi, perché ha finalmente visto incrinarsi il regime berlusconiano. Anche se a questi segnali di cedimento non è sinora corrisposto un risveglio della sinistra, soprattutto di quella ufficiale, che si è fatta complice volontaria o «innocente» del disastro antropologico e morale del paese. Ad agire da detonatore è stata la crisi internazionale della finanza e dell’economia «globalizzate», che ha indotto il riaprirsi di situazioni di conflitto più radicali delle quali si andava perdendo il ricordo. Poche sono state le voci che, a sinistra, hanno saputo interpretare questo passaggio e in qualche modo annunciarlo. Attraverso i suoi arguti e puntuali interventi sulla carta stampata, nonché in occasione di convegni e incontri pubblici, Goffredo Fofi ha cercato di dar conto, momento per momento, di ciò che si agitava sul fondo, guardando oltre le superfici e incurante di ogni appartenenza e di ogni «opportunismo». Bersaglio principale i politici, non meno dei giornalisti – che Fofi considera forse più responsabili del nostro disastro – e degli intellettuali, sia quelli che hanno taciuto che quelli che hanno parlato troppo e pensato poco. Ne viene fuori il quadro di una realtà in cui dominano, per la loro assenza, una verità e una giustizia cui in fondo si è finito per rinunciare. Da dove ricominciare? Forse da un atteggiamento solidale nei confronti di coloro che più duramente hanno sofferto dell’ipocrisia imperante – i più poveri e quelli che meno contano – ma anche di coloro che hanno accettato il berlusconismo e se ne sono fatti complici a causa dell’inadeguatezza, degli abbandoni e delle compromissioni della sinistra: la «zona grigia» cui tutti, in un modo o nell’altro, abbiamo finito in questi anni per appartenere.
Goffredo Fofi
Goffredo Fofi, giornalista, critico letterario e cinematografico e animatore sociale e culturale, ha diretto le riviste «Quaderni piacentini», «Ombre rosse», «Linea d’ombra», «Lo straniero» e attualmente «Gli asini», oltre alle edizioni dell’asino. Tra le tante pubblicazioni ricordiamo I grandi registi della storia del cinema (donzelli, 2008); Il cinema del no. Visioni anarchiche della vita e della società (Elèuthera, 2015), L’oppio del popolo (Elèuthera, 2019).

L'arte della visione
Conversazioni con Goffredo Fofi e Gianni Volpi

Strana gente
Un diario tra Sud e Nord nell' Italia del 1960

I grandi registi della storia del cinema
Dai Lumière a Cronenberg, da Chaplin a Ciprì e Maresco

L'Italia lontana
Una politica per le aree interne

Le parole dell'uguaglianza
Bambini, Bellezza, Capitalismo...
...Terra, Terzo settore, Welfare

Contro tutti i muri
La vita e il pensiero di Franca Ongaro Basaglia

Ripresa e resilienza?
Opportunità e insidie delle nuove politiche industriali

Nel tempo dei mali comuni
Per una pedagogia della sofferenza

L'università delle donne
Esperienze di femminismo a Roma (1979-1996)

In difesa della storia
Contro manipolatori e iconoclasti

C'era una volta
Piccola storia della fiaba

Amore e colpa
Dante e Francesca