Bram Stoker
La tana del serpente bianco
Collana: Fiabe e storie
2010, pp. VI-188, rilegato
ISBN: 9788860364685
€ 21,00 € 19,95
Quando l’australiano di belle speranze Adam Salton sbarca tra le brume del Derbyshire, ad accoglierlo non trova soltanto il vecchio prozio inglese. Costui l’ha in effetti calorosamente sollecitato a raggiungerlo per farne il suo erede, essendo Adam l’ultimo rampollo della casata. Sin dal suo arrivo, il giovane percepisce la presenza di qualcosa di oscuro e perverso che si annida nei paraggi. E l’inquietudine non fa che crescere al primo incontro con i vicini: l’algida e sensuale lady Arabella March, proprietaria di una sinistra dimora nel Boschetto di Diana, e sir Edgar Caswall, erede della tenuta confinante, follemente dedito ai suoi esperimenti ipnotici e seguito perennemente da un’ombra, l’enigmatico servitore africano Ulanga. In un crescendo di mistero e orrore, Adam si ritrova irretito in una fitta trama di enigmi: la proprietà infestata da serpenti, l’uccisione della mangusta acquistata per debellarli, il ritrovamento di una bambina priva di sensi con uno strano morso al collo. Finché un giorno assiste al macabro assassinio di Ulanga, trascinato in un antro sotterraneo da cui non farà più ritorno. Da quel momento, grazie all’aiuto dell’amico e appassionato di storia sir Nathaniel, Adam decide di scoprire il segreto che lady Arabella nasconde nella sua magione. Scritto nel 1911, La tana del serpente bianco si muove sugli stessi binari narrativi che avevano determinato il successo di Dracula. Anche per questo romanzo, Stoker attinge a una leggenda popolare, quella del serpente di Lambton, un villaggio nel Nord-est dell’Inghilterra, all’origine di uno sconfinato repertorio folklorico. Ma è tutta un’epoca, con il suo gusto per l’esotico e al contempo la diffidenza, se non il rifiuto, per il «selvaggio», con la curiosità e lo stupore per le scoperte scientifiche e con un’irresistibile attrazione per i poteri paranormali, a entrare di forza nella narrazione, donando alla scrittura una vitalità e un’originalità che ne costituiscono la principale ricchezza. Quanto all’incalzare di scoperte raccapriccianti e allo smascheramento della creatura diabolica e sanguinaria, la mano del maestro del genere non lascia scampo al lettore, trascinato nella caccia senza quartiere di Adam Salton e sir Nathaniel – personaggio a sua volta modellato sull’anti-Dracula Van Helsing – fino alla spettacolare conclusione, degna di un romanzo ascritto ai fasti della letteratura horror.
Bram Stoker
Bram Stoker (1847-1912), dopo un’infanzia segnata dalla malattia, riuscì a recuperare il tempo perduto diventando un atleta negli anni universitari al Trinity College di Dublino. Nel frattempo in lui era maturato l’amore per la letteratura, che avrebbe segnato la sua vita. Entrato nella pubblica amministrazione, cominciò a collaborare con il «Dublin Mail», come critico di teatro – la sua vera passione. Fu in questa veste che conobbe sir Henry Irving, l’attore più popolare del l’epoca, divenendone ben presto agente e segretario. Per il resto del tempo, Stoker si dedicava alla carriera di scrittore, dando alle stampe un gran numero di romanzi e racconti di successo, il più famoso dei quali fu Dracula, pubblicato nel 1897, cui deve la fama imperitura.
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