Giacomo Leopardi

Le passioni

Introduzione di Fabiana Cacciapuoti

Collana: Gli essenziali
2010, pp. 176
ISBN: 9788860364340

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Scheda libro

«Trattato delle passioni» è l’intestazione di una scheda autografa di Giacomo Leopardi, nella quale sono enumerati 164 brani dello Zibaldone. Si tratta di un indice tematico, redatto nel 1827 insieme a indici dello stesso tipo, dedicati ad altri argomenti (Manuale di filosofia pratica, Della natura degli uomini e delle cose, Teorica delle arti, lettere. Parte speculativa, Teorica delle arti, lettere. Parte pratica, Lingue, Memorie della mia vita). È ipotizzabile che il poeta di Recanati intendesse lavorare attorno a questi percorsi, ognuno in relazione con gli altri secondo un sistema di logica combinatoria insito nella scrittura stessa dello Zibaldone, al fine di delineare un «sistema» filosofico. Quest’ultimo doveva comprendere diverse aree (morale,metafisica, estetica, linguistica e cognitiva) collegate tra loro nell’enorme mole degli appunti che Leopardi aveva cominciato ad annotare nel 1817 e che avrebbe continuato a scrivere fino al 1832. Il progetto, che culmina nel 1827 con la redazione degli indici tematici in questione, non avrebbe conosciuto ulteriori sviluppi. L’anno precedente, all’editore milanese Stella, che lo sollecitava alla pubblicazione di un’opera organica utilizzando le riflessioni contenute nello Zibaldone, Leopardi aveva risposto: «Le scrissi che io avevo pronti i materiali, com’è vero, ma […] per poterne estrarre quelli che appartenessero a un dato articolo, bisognerebbe che io rileggessi tutte quelle migliaia di pagine, segnassi i pensieri che farebbero al caso, li disponessi, li ordinassi…». I brani sulle passioni, qui raccolti e ordinati secondo l’indice leopardiano, rappresentano dunque un «materiale di lavoro» su cui il poeta aveva evidentemente intenzione di ritornare, ma che è rimasto a uno stadio formalmente inconcluso. L’edizione che si presenta riprende i testi da G. Leopardi, Trattato delle passioni, vol. I della edizione tematica dello Zibaldone di pensieri, a cura di Fabiana Cacciapuoti, con una prefazione di Antonio Prete, Donzelli, Roma 1997. A quel volume e ai suoi apparati di note si rinvia il lettore che volesse approfondire ulteriormente i riferimenti e le circostanze di contesto in cui la riflessione leopardiana si colloca. Pur entro l’ambito di una scrittura «provvisoria», i testi attorno alle passioni rappresentano un insieme di pensieri, articolato e unitario, sui temi delle differenze di sensibilità dell’uomo antico e di quello moderno. Un esito altissimo della riflessione e della scrittura di Leopardi, denso, scabro, essenziale.

Autore

Giacomo Leopardi
L’immenso manoscritto dello Zibaldone di pensieri di Giacomo Leopardi – custodito presso la Sezione manoscritti della Biblioteca Nazionale di Napoli – era costituito da un insieme di fogli sciolti, conservati in una cassetta che Leopardi portava con sé in ogni spostamento e che giunse a contenere 4526 pagine numerate dallo stesso autore, poi rilegate in 7 volumi per decisione della Commissione presieduta da Carducci. Accanto al manoscritto si sono conservati altri materiali: un lemmario di 555 schedine, 38 schedine (le polizzine «richiamate»), 3 indici e 7 schede più grandi (le polizzine «non richiamate») che tracciano 8 differenti percorsi tematici. Di questi, il presente volume ne documenta due (Lingue e Volgare latino; gli altri sei sono oggetto del volume precedente: Trattato delle passioni, qualità umane ec., Manuale di filosofia pratica, Della natura degli uomini e delle cose, Teorica delle arti, lettere ec. Parte speculativa, Teorica delle arti, lettere ec. Parte pratica, storica ec., Memorie della mia vita). Oltre ai testi richiamati nei due percorsi tematici, la presente edizione raccoglie i brani oggetto di ulteriori rinvii, restituendo così, non l’intero corpus dello Zibaldone, ma la mappa completa dei materiali che Leopardi aveva selezionato al fine di una riflessione più sistematica: da queste carte – scritte tra il luglio 1817 e il dicembre 1832 – si evince l’intenzione del loro autore di considerarle un universo suscettibile di diversi possibili scandagli e di differenti possibili sequenze: di più, come una sorta di macchina pensata in funzione di una sua componibilità.