Nel febbraio 1672 Isaac Newton decide di rendere finalmente pubblica la sua teoria della luce e dei colori. La tesi è rivoluzionaria: secondo Newton, infatti, la luce solare è una mescolanza eterogenea di tutti i colori dello spettro e non, come voleva una tradizione millenaria, un elemento uniforme e omogeneo. La scoperta sconvolge il mondo scientifico dell’epoca: ne risultano polemiche asprissime che inducono Newton a ritirarsi dalla scena pubblica per oltre un decennio. Dopo più di tre secoli, è forse facile dimenticare la radicalità della nuova impostazione newtoniana. Per circa duemila anni si era creduto che i colori non fossero altro che una modificazione di quell’elemento purissimo, diretta emanazione divina, che era la stessa luce. Newton sostituisce il concetto di modificazione con un nuovo modo di pensare, quello della scomposizione o analisi. Comprendere la natura della luce significa scomporla nei suoi elementi costitutivi e, una volta accertata la sua natura composita, ricostruirne sperimentalmente l’aspetto originario. Contrariamente a quanto si sostiene di solito, la teoria di Newton non si configura come una struttura concettuale coerente e unitaria rimasta immodificata dall’inizio fino alla sua formulazione definitiva nell’Ottica del 1704. La scoperta è il frutto di un lavoro di ricerca che si sviluppa in un arco temporale decisamente lungo (dal 1664 al 1704), costellato di verifiche continue, approssimazioni e mutamenti significativi. Franco Giudice, un esperto dell’ottica newtoniana, ripercorre questo cammino lungo e accidentato, attraverso gli scritti giovanili, la sua appassionata attività teorica e sperimentale, e le critiche dei suoi antagonisti. Il risultato è un viaggio avvincente, e raccontato con straordinaria chiarezza, nella storia di una delle più incredibili scoperte scientifiche di sempre, una scoperta che, non senza una comprensibile enfasi, Newton stesso definisce «la più straordinaria rivelazione mai compiuta nelle operazioni della natura».
Franco Giudice
Franco Giudice insegna Storia della scienza all’Università di Bergamo ed è managing editor di «Galilæana. Journal of Galilean Studies». È autore di diversi studi sulla cultura scientifica dell’età moderna, tra cui Luce e visione. Thomas Hobbes e la scienza dell’ottica (Olschki, Firenze 1999). Di recente ha curato un’antologia dei lavori di ottica di Isaac Newton (Bur, Milano 2006).
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