La rivincita delle campagne

Economie e culture del mondo rurale dalla povertà al benessere

A cura di Corrado Barberis

Contributi di: Carlo Aiello, Agostino Bagnato, Corrado Barberis, Alessandro Barghini, Ulderico Bernardi, Luigi Biggeri, Enrico Capo, Daniela Carmosino, Guido Corazziari, Paolo De Castro, Maria Luisa Di Muzio, Vittorio Emiliani, Franco Ferrarotti, Ettore Ianì, Gilberto A. Marselli, Valerio Merlo, Orazio Olivieri, Antonio Parisella, Graziella Picchi, Stefano Picchi, Attilio Politi, Cristina Salvioni, Antonio Santini, Nadia Santini, Dario Sciulli, Corrado Truffelli.

Collana: Saggi. Storia e scienze sociali
2009, pp. XXII-396, rilegato
ISBN: 9788860363572

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Scheda libro

Alla fine di un lungo processo, che ha attraversato l’urbanizzazione e l’industrialismo, e ha completamente consumato le economie, le culture, i valori del vecchio mondo contadino, il pendolo torna a oscillare verso quelle porzioni di territorio – materiale e immaginato – caratterizzate da una più blanda densità abitativa, da una maggiore dovizia degli spazi, da una prevalenza della terra rispetto al cemento. Non si tratta, com’è ovvio, di un puro ripristino delle vecchie egemonie della produzione agricola, che tuttavia sta ritrovando una nuova vitalità; né solo di una ridislocazione demografica, che pure sta conoscendo dimensioni importanti; né di una mera sconfitta dei tempi e dei ritmi di vita del modello urbano, che per molti decenni era sembrato segnare il battito irreversibile della modernizzazione. È l’insieme dei modi della produzione e del consumo, dei modelli e degli stili di vita, dei valori e delle culture – dal turismo alla gastronomia, dalle formule abitative alle abitudini alimentari, dall’abbigliamento al tempo libero, dalla cura del corpo a quella dello spirito – a riprendere la strada della campagna, in questo inizio di nuovo millennio. E il fenomeno, pur con le ovvie differenze, riguarda l’interezza del nostro territorio, tutti gli ambiti regionali, tutti i sistemi locali, dalle Alpi al Lilibeo. Si tratta, naturalmente, di una campagna ben diversa da quella da cui era partito l’esodo contadino; uno spazio rurale percorso per intero dalle contraddizioni di un tempo come il nostro; un universo di relazioni a maglie più larghe, ma anche più solide, più capaci di resistenze e adattamenti. La campagna torna a essere una polarità indiscussa del gioco territoriale. Torna al centro. Torna a essere un «mondo».