

«L’Italia non è solo una società impaurita, è anche una società che ha saputo combattere la paura. C’è un’Italia profonda, normale, sempre più ampia, che ha vissuto il conflitto con gli immigrati,ma ha saputo affrontarlo e governarlo. Sono i quartieri, le scuole, le aziende, sono i borghi abbandonati e ripopolati dagli immigrati, sono gli ospedali, sono i reparti maternità, sono le famiglie. È l’Italia che ci dice che mescolati si vive meglio e che la paura dell’altro è come i muretto: può essere scavalcato e può favorire l’incontro».
Il muro di Padova, la scuola del Trullo e un centro antiviolenza a Roma, via Piave a Mestre, una coppia mista a Napoli, i bagni pubblici di Torino: sono questi i luoghi e le storie di «comune» immigrazione e di riuscita integrazione che Livia Turco ci racconta in questo libro. Ambienti, contesti, relazioni di quotidiana convivenza tra italiani e immigrati, alle prese con una condivisa paura da spaesamento culturale che spesso degenera nel rancore sociale, laddove ci si ritrova gomito a gomito. Questa paura sarà con noi per tanto tempo, dice Livia Turco, che smette momentaneamente i panni della politica di professione per cimentarsi con un’indagine sul campo che consente di decifrare quel disagio e aiuta il lettore ad affrontarlo senza farsene irretire. La strada da seguire è riconoscersi reciprocamente e stabilire relazioni con gli altri, non necessariamente mossi da spirito caritatevole, ma più spesso dall’interesse. È proprio questa molla, infatti, a innescare reazioni a catena, anche inaspettate, in cui italiani vecchi e nuovi si sentono motivati a cercare una convivenza positiva per avere un quartiere più sicuro, più bello, più vivibile. E scoprono così che l’obiettivo di costruire giorno per giorno una vita dignitosa riguarda tutti e travalica i confini delle lingue e delle culture. Ed ecco allora la scelta di raccontare esperienze che, per quanto difficili, condividono il principio dell’accettazione dell’altro. Sono i contesti di vita quotidiana che anche attraverso piccoli gesti possono favorire l’incontro, per superare le distanze. Poiché è il sedimentarsi delle distanze che con l’andare del tempo ingigantisce i conflitti. Scopriamo così con sorpresa da queste pagine quanto sia diffusa la pratica della convivenza nelle nostre città, anche se viene perlopiù ignorata, e quanto sia importante ritrovarsi attorno a quello che ci unisce piuttosto che fare leva su quello che inevitabilmente ci divide.
Livia Turco
Livia Turco, iscritta giovanissima alla Fgci di Torino, ne diventa segretario provinciale nel 1978. Nel 1986 entra a far parte della Segreteria nazionale del Pci, ed è responsabile nazionale delle donne del Pci e del Pds fino al 1994. Nel 1995 è eletta presidente della Commissione nazionale per la parità e le pari opportunità della presidenza del Consiglio. Parlamentare dal 1987 al 2013, è ministra della Solidarietà sociale dei governi dell’Ulivo dal 1996 al 2001 e ministra della Salute dal 2006 al 2008. È presidente della Fondazione Nilde Iotti. Per i tipi della Donzelli ha pubblicato Il muretto. Storie di ordinaria convivenza tra italiani e immigrati (2009) e ha curato il volume Nilde Iotti e il Pci. Due centenari, una storia (2021, con A. Bottari, V. Calabrò, D. Novarese, E. Pelleriti).

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