Fabio Canessa

Azzurro

Conte, Celentano, un pomeriggio...

Collana: Virgola, 52
2008, pp. X-118, con 16 ill. a colori e in b/n fuori dal testo
ISBN: 9788860363077

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Scheda libro

La storia di una canzone balneare speciale e controcorrente, uscita nel 1968 e mai rimossa dall’immaginario degli italiani e non solo: dopo anni di canzoni tradizionali e melodiche, Azzurro fu un fulmine nel cielo sereno dei dischi per l’estate. Un recente sondaggio l’ha consacrata come la canzone italiana più cantata all’estero, superando Volare e ’O sole mio: «una delle più belle canzoni di Paolo Conte, una delle più belle canzoni di tutti i tempi», secondo Stefano Bollani. Molti la propongono addirittura come nuovo inno nazionale al posto di Fratelli d’Italia: Renzo Arbore, per esempio, la considera «un inno nazionale meraviglioso, non retorico e ispiratissimo». A quarant’anni esatti dalla sua composizione, l’autore ne ripercorre la genesi, analizzandone gli ingredienti e rintracciando le influenze sul costume degli italiani, sulla storia della musica, la letteratura e il cinema. Attraverso il confronto con i successi di allora, i ritratti biografici e artistici di coloro che l’hanno scritta e interpretata, Paolo Conte, Vito Pallavicini e Adriano Celentano, le testimonianze inedite, i ricordi e le opinioni di autorevoli personalità della cultura, dell’arte e del giornalismo, quali Dario Fo, Giorgio Faletti, Vittorio Sgarbi, Curzio Maltese, Gianni Mura e altri, Fabio Canessa disegna un profilo ricco e accattivante della vera canzone del Sessantotto, oggi cantata nei cori degli stadi inneggianti la Nazionale italiana.

Autore

Fabio Canessa
Nato a Piombino nel 1962, insegna italiano e latino al Liceo classico Carducci di Piombino. Per le edizioni Aktìs, ha curato testi di Joseph Roth, LudwigWinder, Paul Leppin, Titti Albenzio e Osorio Lizarazo. Docente dell’Accademia Perduta del Giudicato di Arborea, scrive di letteratura e di cinema su «Il Foglio», «Il Domenicale» e «Il Tirreno». Ha collaborato a trasmissioni televisive di Vittorio Sgarbi e Renzo Arbore.

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