Pisa dei miracoli
Recupero, conservazione e innovazione urbana
Con interviste a Remo Bodei, Andrea Camilli, Vezio De Lucia, Carlo Olmo, Aldo Pinchera e Alessandro Plotti e una introduzione di Salvatore Settis
Una città sta cambiando volto. Con uno sguardo attento all’orgoglioso passato, Pisa ha gettato un ponte verso il futuro. «Non più solo piazza dei Miracoli» è stato lo slogan vincente dei dieci anni in cui è stata governata dal sindaco Fontanelli, nei quali si è aperta la strada a grandi trasformazioni urbane. Il nuovo Museo delle Navi romane, la riconversione in strutture residenziali e turistiche del vecchio ospedale, di caserme e colonie marine, la realizzazione del porto turistico e i milioni di viaggiatori che sbarcano all’aeroporto, ormai uno dei più importanti d’Italia, nel prossimo decennio faranno di Pisa una delle mete più appetibili d’Europa. Anche nel Belpaese si può tornare a sognare inventando la Porta del turismo con il concorso internazionale vinto da David Chipperfield e creando nuovi percorsi e nuove attrattive, senza perdere di vista la qualità e le eccellenze delle università e dei servizi sanitari. Sono in molti a parlare di una «nuova rinascita». Che cos’è già accaduto? Che altro accadrà di rivoluzionario nella città della Torre?Gianfranco Micali lo ha chiesto a Paolo Fontanelli, il primo a credere nell’«utopia» del «riscatto possibile», il più determinato nel muovere tutte le leve necessarie a realizzarlo, senza cedere alla tentazione di «vendere o consumare la città e il territorio» e puntando tutto sul recupero e sulla riqualificazione. Un’idea e un metodo che hanno fatto vivere concretamente il concetto di interessi generali della comunità. Salvatore Settis, direttore della Scuola Normale e presidente del Consiglio superiore per i Beni culturali, dal proprio osservatorio privilegiato introduce e illustra la sua Pisa e la visione dello sviluppo sostenibile di una prestigiosa città d’arte. E non mancano infine le interviste alle voci pisane più significative: Alessandro Plotti, arcivescovo cittadino per ventidue anni, il filosofo Remo Bodei, il medico Aldo Pinchera, l’urbanista Vezio De Lucia, l’archeologo Andrea Camilli e il docente di storia dell’architettura Carlo Olmo.