Emilio JONA, Sergio LIBEROVICI, Franco CASTELLI, Alberto LOVATTO

Le ciminiere non fanno più fumo

Canti e memorie degli operai torinesi

Collana: Saggi. Storia e scienze sociali
2008, pp. XXII-732, rilegato, con 200 ill. nel testo e le trascrizioni originali degli spartiti musicali, con cd-audio allegato
ISBN: 9788860362728

€ 44,00  € 41,80
  • Aggiungi al carrello Aggiungi al carrello Aggiungi al carrello
Scheda libro

Dopo l’incursione nel mondo sonoro contadino compiuta nel fortunatissimo volume Senti le rane che cantano. Canti e vissuti popolari della risaia (2005), gli autori volgono ora lo sguardo all’universo dei canti urbani, in particolare di Torino, città che rappresenta un vero e proprio laboratorio politico e culturale, nonché un microcosmo particolarmente significativo della storia della cultura e dell’industria del nostro paese, tra l’ultimo decennio dell’Ottocento e il primo quarto del Novecento. Il libro entra dunque in quel mondo, analizzandone contenuti, singolarità, versanti e linguaggi, in un’ottica musicale, antropologica e sociologica. Attraverso sessanta testimoni e oltre trecento canti, gli autori documentano l’oralità di quegli anni, grazie anche a una ricchissima iconografia fatta di manoscritti, canzonieri, spartiti e partiture, opuscoli, giornali e stampe. L’intento è documentare la nascita di un canto popolare che attraversa i quartieri e i circoli proletari, un canto essenzialmente parodico, che intreccia l’ideologia anarchica e socialista e la rappresentazione degli spazi fisici e mentali operai, che è dominato dalla contaminazione e dalla mimesi dei generi più disparati dell’espressività colta e di consumo del tempo, e che trova nella creazione di una sorta di «cantata operaia» la sua manifestazione più originale e specifica. Un grandioso affresco del mondo operaio delle origini, che è il nostro passato e porta con sé, pur nella sua irripetibilità, un nucleo vitale di valori in cui è possibile riconoscersi e di cui ci si può ancora nutrire.

Autori

Franco Castelli
Franco Castelli lavora presso l’Istituto per la storia della Resistenza e della società contemporanea in provincia di Alessandria (Isral), dove coordina il comitato scientifico e dirige il Centro di cultura popolare «Giuseppe Ferraro». Dal 1967 ha condotto un’ampia ricerca sulle tradizioni popolari del Piemonte, con particolare attenzione ai canti, al patrimonio dialettale e alla ritualità. È membro del Comitato scientifico del Laboratorio etno-antropologico di Rocca Grimalda e del Crel di Torino. Tra le sue pubblicazioni, oltre a numerosi saggi sulle fonti orali e sull’antropologia della Resistenza, La danza contro il tiranno (1995); Maschere e corpi. Percorsi e ricerche sul Carnevale (con P. Grimaldi, 1999); Charivari. Mascherate di vivi e di morti (2004) e la cura delle memorie di Carlo Gilardenghi, Cantón di rus e dintorni (2004). Il suo disco di registrazioni originali, Canti popolari del Piemonte. Alessandria e il suo territorio, ha vinto nel 1978 il Premio della critica discografica italiana per la sezione folk.

Emilio Jona
Emilio Jona, studioso di cultura popolare, è autore di poesie, romanzi, racconti, saggi, libretti d’opera e canzoni. Emilio Jona e Sergio Liberovici sono stati nel 1958 tra i creatori di «Cantacronache», movimento che ha segnato la nascita della canzone d’autore in Italia. Insieme hanno svolto una lunga attività di ricerca sul campo dell’oralità contadina e operaia, a cui è seguita, a livello scientifico, la pubblicazione di saggi e dischi, e, a livello espressivo, la realizzazione di opere radiofoniche e di testi per un teatro popolare radicato nel territorio, tra i quali: Il 29 luglio 1900. Vita e morte di Gaetano Bresci (Premio Riccione, 1972); L’ingiustizia assoluta, cantata drammatica per attori, gruppo folk e bande musicali (1973), sulla condizione operaia; Per uso di memoria (1973), sulla Resistenza in Toscana; È arrivato Pietro Gori, anarchico pericoloso e gentile (1974). Insieme hanno pubblicato: Le canzoni della cattiva coscienza (Bompiani, 1964); L’ingiustizia assoluta (Guaraldi, 1975); Canti degli operai torinesi (Ricordi-Unicopli, 1990).

Alberto Lovatto
Alberto Lovatto ha studiato con Roberto Leydi al Dams di Bologna. È dirigente scolastico. Interessato alla storia orale e alla storia sociale, si è occupato in particolare della seconda guerra mondiale e di deportazione (Dalle leggi razziali alla deportazione, 1992; Deportazione, memoria, comunità, 1997), di memoria del movimento operaio (L’ordito e la trama. Frammenti di memorie su lotte e lavoro dei tessili in Valsessera negli ultimi cinquant’anni, 1995), di organologia etnica, di storia e memoria delle bande musicali locali, di musica e canzoni della Resistenza («E sulla terra faremo libertà». Libretto e cd audio dello spettacolo, 1999). Ha inoltre organizzato il convegno nazionale di studi Canzoni e Resistenza (2001), curandone gli atti. È membro del Comitato scientifico del Crel di Torino.

Sergio Liberovici
Sergio Liberovici (1930-1991), etnomusicologo, studioso di pedagogia e didattica della musica, è stato autore di opere liriche e strumentali, balletti, lieder, musiche di scena, radiodrammi e canzoni. Emilio Jona e Sergio Liberovici sono stati nel 1958 tra i creatori di «Cantacronache», movimento che ha segnato la nascita della canzone d’autore in Italia. Insieme hanno svolto una lunga attività di ricerca sul campo dell’oralità contadina e operaia, a cui è seguita, a livello scientifico, la pubblicazione di saggi e dischi, e, a livello espressivo, la realizzazione di opere radiofoniche e di testi per un teatro popolare radicato nel territorio, tra i quali: Il 29 luglio 1900. Vita e morte di Gaetano Bresci (Premio Riccione, 1972); L’ingiustizia assoluta, cantata drammatica per attori, gruppo folk e bande musicali (1973), sulla condizione operaia; Per uso di memoria (1973), sulla Resistenza in Toscana; È arrivato Pietro Gori, anarchico pericoloso e gentile (1974). Insieme hanno pubblicato: Le canzoni della cattiva coscienza (Bompiani, 1964); L’ingiustizia assoluta (Guaraldi, 1975); Canti degli operai torinesi (Ricordi-Unicopli, 1990).