
Pierluigi Stefanini
Le sfide della cooperazione
Collana: Saggine, 119
2008, pp. XIV-162
ISBN: 9788860362391
€ 15,00 € 14,25
La cooperazione in Italia ha una lunga storia e una forte consistenza. Nel corso di oltre centocinquant’anni di vita, è molto cresciuta e oggi è costituita da decine di migliaia di imprese, oltre undici milioni di soci, più di un milione di occupati e produce annualmente il 7 per cento del Pil; in alcuni settori, come la grande distribuzione e l’agroalimentare, ha posizioni di vera e propria leadership di mercato. Eppure si tratta di una realtà in gran parte sconosciuta e, per lo più, descritta e interpretata sulla base di vecchi schemi politico- ideologici, come è accaduto con le recenti polemiche che hanno accompagnato il tentativo di Unipol di acquisire la Bnl. Un universo variegato, articolato, persino contraddittorio, in cui convivono piccole cooperative sociali e grandi imprese e gruppi che controllano società quotate in Borsa. Da tempo la cooperazione è alle prese con la necessità di ripensare se stessa per riuscire a rispondere ad alcune domande cruciali: come continuare a coniugare mutualità e finalità sociali con le esigenze imposte da un mercato sempre più competitivo e globale? E quali sono le innovazioni e le riforme da introdurre nel governo delle cooperative per tenere insieme partecipazione democratica ed efficienza? È partendo da queste domande che Pierluigi Stefanini, da quasi vent’anni al vertice di organizzazioni e imprese cooperative e oggi alla presidenza di Unipol, presenta riflessioni e idee sul futuro della cooperazione. Incalzato dalle domande di Walter Dondi, Stefanini non si ritrae davanti a nessuna delle questioni – anche le più spinose, come il rapporto con la politica – che investono il movimento cooperativo. L’assunto è che la cooperazione costituisce un modello economico-sociale moderno, positivo, utile in quanto risponde in modo concreto al bisogno delle persone di unire identità, valori sociali e soluzioni alle esigenze materiali: lavoro dignitoso, consumi di qualità, servizi efficienti. E, soprattutto, rappresenta una modalità diversa di fare impresa nel mercato. Mettendo al centro le persone, i cittadini, anziché il capitale, contribuisce ad affermare un reale pluralismo, libertà e concorrenza in un’economia che si vorrebbe fondata su un «modello unico», tendenzialmente monopolistico e oligopolistico. Per vincere questa sfida la cooperazione ha bisogno di «coraggiose riforme»: garantire più democrazia e partecipazione dei soci e dei lavoratori; promuovere il ricambio delle classi dirigenti; diventare un soggetto che, tenendo insieme idealità e concretezza riformista, contribuisca ad affermare uno sviluppo sostenibile, basato sulla conoscenza, la cultura, il protagonismo dei singoli e delle collettività.
Pierluigi Stefanini
Pierluigi Stefanini (1953), bolognese di S. Agata, comincia come operaio metalmeccanico alla GD, diventa funzionario del Pci e poi segretario cittadino. Nel 1990 viene chiamato alla presidenza della Lega delle Cooperative di Bologna e nel 1998 è nominato presidente di Coop Adriatica. In seguito alle vicende che hanno visto fallire l’acquisizione della Bnl da parte di Unipol con la traumatica uscita del vecchio gruppo dirigente, nel gennaio 2006 è eletto presidente della Compagnia di assicurazioni, oggi Unipol Gruppo Finanziario, controllata dalle cooperative.
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