
2007, pp. XII-262, rilegato
ISBN: 9788860361929
€ 25,00 € 23,75
Ci sono nomi che sono simboli, eventi che sono fatti storici, fatti storici che segnano epoche, epoche contrassegnate da fatti e nomi che ne incarnano l’essenza. Guernica – città basca bombardata il 26 aprile 1937 dall’aviazione nazista con l’aiuto di aerei dell’Italia fascista – è uno dei simboli dell’epoca di ferro e fuoco che è il periodo fra le due guerre. Il fascismo trionfa – emblematiche le morti di Gramsci e dei due Rosselli, addebitabili a Mussolini –, Hitler fa piani di assalto al mondo, in Urss e nella guerra civile spagnola, lo stalinismo mostra il suo volto feroce. È l’annus horribilis 1937, e le bombe sganciate in un giorno di mercato su civili inermi ne sono il simbolo: la capacità di individui e di gruppi di commettere crimini efferati contro l’umanità stessa viene per la prima volta pianificata con scientifica sistematicità. Se le Torri Gemelle sono state considerate un’icona del XXI secolo, Guernica, nella drammatica raffigurazione offertane da Pablo Picasso, lo è sicuramente del XX. Picasso pone il problema dell’impegno degli intellettuali. Può l’arte lottare contro la barbarie? Guernica è anche l’uso spregiudicato della menzogna: avvenuto il fatto, Franco dà la colpa ai «rossi», versione accreditata dalla stampa. La costruzione delle «false notizie» e il ruolo dei giornalisti sono questioni di ieri o di oggi? La logica del bombardamento a tappeto, che non distingue il soldato dal borghese, le scuole dalle caserme, gli adulti dai fanciulli, è duplice: distruggere e uccidere, indiscriminatamente; ma anche incutere terrore. Guernica è prova generale della guerra totale, come il secondo conflitto mondiale saprà essere, fornendo modelli che toccheranno l’apice con Hiroshima e Nagasaki, ripresi e perfezionati negli ultimi anni, gli anni delle nostre guerre infinite e globali. Oggi le Guernica si susseguono, senza tregua. Oggi, mentre dichiariamo le bombe «intelligenti», le distruzioni di interi villaggi e i morti civili non fanno più notizia. Guernica dunque continua: nei corpi di bambini straziati sotto le bombe; nella menzogna che prepara e giustifica guerre ingiustificabili; ma forse pure nel dovere degli artisti e degli intellettuali di lavorare per la verità.
Angelo D'orsi
Angelo d’Orsi, allievo di Norberto Bobbio, è professore di Storia del pensiero politico all’Università di Torino. Ha fondato FestivalStoria (di cui è direttore). Firma autorevole de «La Stampa» e del suo supplemento «TuttoLibri», tra i suoi volumi recenti ricordiamo: La cultura a Torino tra le due guerre (Einaudi, 2000), Intellettuali nel Novecento italiano (Einaudi, 2001), Piccolo manuale di storiografia (Bruno Mondadori, 2002), I chierici alla guerra (Bollati Boringhieri, 2005), Da Adua a Roma (Aragno, 2007).
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