

Dalla formazione sui classici del marxismo e del liberismo, alle responsabilità di coordinatore della programmazione economica del centro-sinistra, al difficile ruolo di ministro dell’Ambiente nel momento di maggiore vitalità delle lotte ambientaliste, la vita di Giorgio Ruffolo è un racconto di scommesse fatte e non sempre vinte. Dapprima all’Eni con Enrico Mattei, poi alla Programmazione economica, la sua storia è quella dell’anima riformista di questo paese, disposta a «sporcarsi le mani» ma solo al fine di un miglioramento della vita economica e sociale. Ruffolo si trova ad agire da protagonista in momenti di svolta radicale per le sorti della repubblica, a volte nell’ombra, da tecnico, a volte sotto i riflettori da ministro o eurodeputato. Il racconto si snoda attraverso tappe che vanno dalla sua formazione, durante la seconda guerra mondiale – le letture, gli incontri, un antifascismo sempre più convinto che matura attraverso Marx e Salvemini –, ai primi incarichi pubblici, nell’Ufficio studi della Bnl, fino alla nomina a ministro nel 1987 e poi all’elezione a parlamentare europeo. La descrizione vivace dell’ambiente, le biografie dei primi burocrati della repubblica si alternano al racconto di un’Italia che cambia, soprattutto nei costumi. La trama si arricchisce di considerazioni e documenti che consentono di toccare con mano periodi estremamente complessi della storia d’Italia: la pionieristica fase della programmazione, osteggiata dai grandi partiti di massa, Dc e Pci (fu Fanfani a definire il Progetto 80 di Ruffolo «il libro dei sogni»), e dalle manovre dei grandi «monopoli» italiani, con figure come La Malfa, Saraceno e Giolitti sullo sfondo; la morte di Mattei, ricordato attraverso il lavoro comune, i viaggi, il problema del petrolio italiano e il ruolo giocato dai paesi arabi e dai servizi segreti francesi nella sua tragica fine. La riflessione autobiografica diventa così terreno di confronto per chi voglia capire la storia tormentata della sinistra italiana.
Giorgio Ruffolo
Giorgio Ruffolo è attualmente presidente del Cer, Centro Europa ricerche. È autore di numerosi volumi, tra cui Rapporto sulla programmazione (1973), La qualità sociale (1990), Il cavallo di Federico (1991), Lo sviluppo dei limiti (1994), Cuori e denari (1999 e 2005), Quando l’Italia era una superpotenza (2004), Lo specchio del diavolo (2006). Nel 1986 ha fondato la rivista «Micromega: le ragioni della sinistra».
Vanessa Roghi, storica contemporaneista, collabora dal 1995 con «L’espresso». Insegna presso il dipartimento di Storia moderna e contemporanea dell’Università «La Sapienza» di Roma, nella Facoltà di Lettere.

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